«Amante di Rosy Mauro? Falso» Moscagiuro passa al contrattacco

VARESE Per settimane, anzi mesi, è stato la barzelletta d’Italia. Ma adesso Pierangelo Moscagiuro ha deciso di dire basta. E di partire al contrattacco.

Stamattina il suo avvocato, Pierpaolo Caso, ha depositato nella procura di Varese una denuncia-querela dove si ipotizzano i reati di diffamazione a mezzo stampa.

Nel mirino di Pier Mosca è finita una decina di giornalisti, più i direttori e i vicedirettori responsabili delle testate nazionali su cui sono apparsi gli articoli sotto accusa. La lista è lunga e qualificata, anche se al grande pubblico il nome più noto è senz’altro quello di Marco Travaglio, vicedirettore de “Il fatto quotidiano”.

Nella denuncia-querela, che quasi certamente prenderà la pista della procura di Milano (dove sono in corso le indagini sul Lega-gate), Moscagiuro nega innanzitutto di essere l’amante della vicepresidente del Senato Rosy Mauro. Per l’avvocato Caso è una voce infondata che danneggerebbe professionalmente Piermosca, dipingendolo come un personaggio che mischia lavoro e sesso con estrema disinvoltura.

Caso se la prende anche con chi ha scritto che Pier Mosca si è messo in aspettativa dalla Questura di Varese e che ha ottenuto (grazie alla Mauro) un contratto da segretario in Senato. «Tutto falso – contesta il legale – e sarebbe bastata una telefonata in Questura e in Senato per accertarlo. Moscagiuro è ancora in servizio a Varese, anche se è assegnato come caposcorta alla vicepresidenza del Senato». Caso spiega che a smentire l’esistenza di un contratto da segretario c’è persino una nota ufficiale di Palazzo Madama.

Caso contesta anche gli articoli che raccontano come Pier Mosca abbia usufruito da un mutuo Bnl agevolato grazie ai buoni uffici della Mauro per acquistare in Sardegna una villa da 192mila euro. «Il mio assistito ha stipulato con la Bnl un normalissimo mutuo on line – assicura Caso – e per ottenerlo c’è stato bisogno di una fidejussione firmata dai genitori».

Resta il busillis della presunta laurea conseguita in Albania e pagata con i soldi della Lega. «Non ci risulta nulla del genere – obietta Caso – è una chiacchiera basata sull’intercettazione di una telefonata fra la Dagrada (Nadia, ex segretaria amministrativa del Carroccio) e Belsito (Francesco, ex tesoriere della Lega Nord) dove tra l’altro prima si accenna a studi e a una laurea in Svizzera, e poi in Albania».

e.romano

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