Ammazzato e sepolto nel bosco Un piccone inchioda l’assassino

Omicidio di Roberto Colombo a Cariola di Casalzuigno: nuova svolta nelle indagini. Trovato il piccone utilizzato per la sepoltura del corpo nel bosco: era rubato.

Ma non solo: i carabinieri di Cuvio e Luino sanno chi ha rubato quel piccone. Si tratta di un nuovo fondamentale passo avanti per scovare l’assassino del quarantanovenne sparito da Cariola, piccola frazione di Casalzuigno dove la vittima viveva, lo scorso 24 settembre e ritrovato senza vita nel novembre successivo.

Una sparizione da subito sembrata strana: Colombo, in seguito a un gravissimo incidente, era invalido. Claudicante e cieco da un occhio non si sarebbe mai avventurato tra i boschi circostanti per tutto quel tragitto. Con lui, inoltre, era sparito il fedele cane Argo. Il 2 novembre era stato ritrovato sepolto nel bosco e ucciso con un colpo d’arma da fuoco proprio Argo: la carcassa del cane era semi bruciata. Il 12 novembre era emerso dai boschi anche il cadavere mummificato di Colombo: ucciso con un colpo di pistola.

Pochi giorni fa, a 20 metri di distanza dal luogo del ritrovamento del cadavere della vittima, i carabinieri hanno ritrovato un piccone. Era sepolto sotto alcuni centimetri di terra, sassi e foglie: la copertura l’ha preservato dalla neve caduta custodendo le prove. Il piccone reca tracce di impronte e, forse, tracce biologiche: nella copertura del cadavere dopo lo scavo della buca l’assassino potrebbe aver colpito con l’attrezzo il corpo di Colombo. Un attrezzo tra l’altro estremamente particolare: il manico si era rotto da tempo e il legittimo proprietario lo aveva riparato con una doppia legatura di filo di ferro coperto da guaina di plastica verde.

Un filo di quelli utilizzati per sostenere le recinzioni intorno agli orti o a sostegno delle siepi. E proprio questa particolarità ha reso subito identificabile l’attrezzo. Il piccone rientrava in una partita di attrezzi rubati a fine estate da alcuni capanni di Cariola. Capanni che stavano nei giardini di case di villeggiatura quindi non sempre abitate.

I proprietari si erano accorti del furto sporgendo denuncia. E i carabinieri avevano individuato il ladro. Sull’identità del quale gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Nonostante nulla trapeli dagli investigatori che stanno lavorando per far luce sull’omicidio è legittimo pensare che il ladro sarà quanto meno arrestato. È possibile che non sia l’assassino, anche perché per ora il fascicolo aperto per omicidio volontario non avrebbe ancora indagati e sarebbe rimasto contro ignoti, ma il ladro potrebbe rivelare a chi ha dato quel piccone dopo averlo rubato.

Non solo: sul piccone ci sarebbero delle impronte. Anche queste saranno analizzate. Se chi ha maneggiato l’attrezzo ha precedenti sarà identificato. Settimana scorsa i carabinieri avevano trovato il cellulare di Colombo, sempre sepolto nel bosco è smontato in quattro parti. Recuperata la sim i militari stanno ricostruendo il traffico telefonico. La memoria del cellulare è all’analisi del Ris di Parma: all’interno c’erano foto e filmati. Colombo potrebbe aver immortalato l’assassino o potrebbe aver visto e fotografato qualcosa che non avrebbe dovuto vedere pagando con la vita. Il cerchio si sta rapidamente stringendo: i militari stanno scandagliando anche il passato di tossicodipendenza della vittima con episodi di piccolo spaccio nel suo curriculum.

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