Inverno 1551. Nel cuore dell’Europa, lo strappo del protestantesimo sta lacerando la cristianità, l’impero di Carlo V è vasto quasi quanto il mondo conosciuto e c’è grande fermento per l’imminente riapertura del Concilio di Trento. Questo l’affascinante scenario del romanzo storico “Papyrus” del varesino , di cui sono uscite, in passato, diverse pubblicazioni, tra poesia, musica e racconto.
L’idea di affrontare il romanzo storico mi bazzicava in testa da parecchio tempo: scrivere un romanzo è una promessa fatta a me stesso tanti anni fa, quando nei primi anni del duemila ho pubblicato i miei scritti, e già da allora ho iniziato a scarabocchiare quaderni buttandoci dentro idee, appunti, qualche incipit, qualche canovaccio. E mi sono accorto che spesso le storie cadevano in un preciso periodo storico e ruotavano tutte attorno a qualche oggetto misterioso che smuoveva personaggi e intrighi. Il periodo in questione è proprio quello del Cinquecento, con le sue tensioni e contraddizioni, con la sua brama di conquista e il suo desiderio di innovazione. Con la sua religione rimessa in discussione. La diatriba tra cattolicesimo e protestantesimo mi ha da sempre affascinato, con tutto ciò che ha in termini di ridefinizione della ritualità, del mistero, della centralità dell’uomo.
Papyrus è il nome con cui viene conosciuto il frammento di un antico documento che potrebbe diventare storicamente determinante se arrivasse a Trento al momento della seconda riapertura del Concilio, il I maggio del 1551. La vicenda narrata si svolge nei mesi precedenti e racconta di un cavaliere che viene incaricato di andare a recuperare in un monastero questo documento per portarlo a Trento. Ovviamente la vicenda non è lineare, perché la presenza di questo oggetto mette in gioco anche altre pedine, provoca scontri e battaglie, sia “di Stato” che personali”.
L’opera è un intreccio di vicende e personaggi che in qualche modo – tutti quelli che compaiono nella vicenda hanno avuto modo di incontrarsi nel corso delle loro vite – nasconde un po’ di thrilling. Essa racconta un pezzo di storia ed è anche una storia d’amore. È stato divertente riprendere in mano i libri e i miei appunti di storia del Liceo, sfogliare enciclopedie; adesso poi la tecnologia aiuta ad arricchire velocemente le informazioni. Non facendo però lo scrittore di mestiere, la costruzione del romanzo ha preso quasi un quinquennio nel quale ho anche cancellato e riscritto tanti pezzi – lasciando però sempre inalterata l’idea iniziale. Non avendo una data “di termine”, in fondo non è stato difficile; complesso sì, ma mi sono comunque preso tutto il tempo che potevo e volevo, senza fretta di arrivare alla fine. Così ho anche trovato e imparato tante cose nuove e ho riletto libri che amo, primo fra tutti, per questo genere e periodo, “Q” di Luther Blisset.”.
Scrivere è dar voce ad una parte di me che spesso è sconosciuta anche a me stesso, è lo spazio che la mia anima si prende per raccontarsi. Tutte le cose che scrivo partono da un vissuto, da un’esperienza, da una suggestione impressa nel cuore: cose che sono difficili da spiegare, ma che dentro una storia o una poesia trovano la loro dimensione. Mi piace pensare che poi chi legge possa prendere qualcosa del mio lavoro per raccontare qualcosa di sé, per rivivere un ricordo o un’emozione, creando così una sorta di “spazio magico” nel quale in qualche modo riusciamo a comunicare.
L’ultimo mio anno “da scrittore” è stato molto produttivo: un anno fa di questi tempi usciva “Cammino con angeli senza dimora. Qua e là per la vita con le canzoni di Bruce Springsteen” e, a dicembre, ho pubblicato un libricino di racconti natalizi dal titolo “Racconti per Natale”. Poi mi sono dedicato in modo privilegiato al romanzo e tra febbraio e giugno di quest’anno l’ho portato a termine; qualche piccola modifica finale e a luglio l’ho reso pubblico. Sto comunque già lavorando ad altro, questa ho deciso di tornare alla voce lirica: sto componendo infatti un libretto di poesie e immagini il cui perno sarà il territorio di Varese coi suoi laghi… ma non anticipo altro.