VARESE (a.morl) Angolo di cielo o “Angolo di Cina”? Lo storico proprietario del locale di via Sacco, di fronte al comune di Varese («L’angolo di cielo»), da un paio di mesi ha venduto il suo bar alla famiglia Chen. Il bar è una delle tante attività commerciali che sono state rilevate dai cinesi nella nostra città, come il bazar di via Bagaini o i parrucchieri che “svendono” taglio e piega a 10 euro. «In effetti sono davvero numerosi i miei connazionali che si dedicano al commercio» spiega Wei Wei, il nuovo proprietario del locale. «Il motivo esatto non lo saprei spiegare. Certo è che i ristoranti cinesi qui non “tirano” ed è inutile aprirli. Fossimo a Milano sarebbe diverso. Che dire, ci dedichiamo ai bar o anche ai negozi».
METODI NOSTRANI
Un bar cinese solo nella gestione, ma per il resto tutto all’italiana, con un menù e un listino prezzi che non si differenziano per nulla da quelli nostrani. «Sto pensando di rimodernare il locale nel mese di agosto, ma non credo proprio di inserire arredamento cinese, né specialità cinesi». Anche la clientela, tra le altre cose, era, e rimane, italiana. «Il personale del comune, politici compresi, viene con la frequenza di una volta (cioè tutti i giorni). Diverso, invece, per i giovani. Ci vorrà del tempo per ricreare la clientela affezionata del bar». Una clientela costruita nel tempo, che si affollava sulla strada fino a tardi tutte le sere e anche durante la notte nel fine settimana.
GRANDI PROGETTI
Per quel locale, appena rimodernato con colori sgargianti dal precedente gestore, Wei Wei ha grandi progetti. «Adesso la gestione è ancora familiare, ma da settembre voglio mandarlo avanti da solo». Un progetto ambizioso per un 19enne, arrivato in Italia sette anni fa da Fujan, ancora un po’ incerto con l’italiano. «Ho frequentato le medie dove ho imparato l’italiano. Poi per due sono andato al liceo scientifico, ma il latino mi ha messo in crisi.
Impararlo è davvero un’impresa».
Dopo il kebab, che si è mangiato “pizzerie al trancio” – suscitando reazioni colorite anche dai politici locali – adesso è la carica delle attività commerciali, italiane di facciata, cinesi nella gestione. Fa sorridere guardare come, davanti al comune, nonostante il “protezionismo leghista” che vorrebbe l’Italia trionfante di prodotti tipici, con i mestieri che passano da padre in figlio, si sta costituendo una vera e propria cittadella “multietnica”. Dal kebab vicino al teatro Santuccio, all’Angolo di… Cina proprio davanti all’ingresso di Palazzo Estense.
e.marletta
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