GORLA MINORE «Uomo delle vette. Amante di virtù grandi, intrepido e forte nel perseguire le sue mete». Così il vescovo di Lugano, monsignor Giacomo Grampa, bustocco, ha definito ieri nell’omelia del funerale monsignor Oreste Colombo, che lo seguì nel periodo educativo determinando la vocazione al sacerdozio che lo ha portato a divenire vescovo.
Tutto il paese e il Collegio Rotondi, tra cui tantissimi ex allievi, si sono stretti nella chiesa parrocchiale per dargli l’ultimo saluto.
Più
di trenta i sacerdoti presenti, tra cui il parroco di Gorla Minore, Don Giuseppe Lazzati, il quale ha chiesto alla città che tanto lo amava, di pregare per Don Oreste, sottolineando lo zelo con il quale egli trasmetteva l’entusiasmo della fede; lo ricorderà nella messa delle 10 giorno dell’Immacolata. A loro si sono uniti, con messaggi di cordoglio inviati al Collegio, numerosi porporati: come il vescovo di Novara Renato Corti, il cardinale Attilio Nicora e anche l’arcivescovo di Milano Angelo Scola.
Il nuovo arcivescovo della diocesi di Milano in una lettera, ha sottolineato la «ricchezza spirituale di don Oreste» e «il bene che ha donato attraverso la sua generosa e appassionata educazione. Tanti adulti gli sono grati per essere stati indirizzati al bene e alla solidarietà».
Accanto al sindaco di Gorla Minore, Giuseppe Migliarino era presente anche Fausto Castelnuovo, sindaco di Mazzin, comune del Trentino, da cui sono arrivati anche alcuni sacerdoti. Don Oreste era solito trascorrere i mesi estivi nella casa-soggiorno Dolomiti di Campestrin, di proprietà del Collegio, di cui era stato nominato direttore. «Era la sua seconda vita – ha ricordato monsignor Grampa; e anche lì dove amava pregare e passeggiare, nonché cercare funghi, ha intessuto rapporti significativi con la comunità civile ed ecclesiale.
Le spoglie di don Oreste sono state poi portate a Carugo, suo paese di origine, per la sepoltura.
j.bianchi
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