Angeletti su Malpensa «Pronti al contratto di sito»

Malpensa – «E’ un primo passo, ancora da modificare», dichiara il segretario generale della Uil Luigi Angeletti in riferimento al Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale del ministro Passera.

Piano del trasporto aereo
«Risente delle pressioni che varie autorità esercitano e non dice nulla di necessario sul trasporto delle merci: questa è una lacuna, un buco, da colmare, dato che siamo ancora, per fortuna, un grande Paese industrializzato che ha assolutamente bisogno del trasporto avio delle merci». Malpensa «è una necessità», sostiene Angeletti.
«Una politica decisiva sugli aeroporti, e su Malpensa in particolare, non è un aspetto residuale. La mia valutazione è banale, in quanto ovvia: nella regione più popolosa, ricca e industrializzata del Paese, è fondamentale un aeroporto di dimensione intercontinentale come Malpensa. Il sistema dei trasporti deve corrispondere a una necessità e il governo deve licenziare un Piano con evidenziato il ruolo degli scali».

Quale futuroIl segretario generale della Uil nazionale ribadisce un futuro da «aeroporto intercontinentale» per Malpensa. Ma aggiunge: «Resta aperta la questione dei collegamenti, non certo risolvibile da parte dei privati. Servono collegamenti migliori con tutta la Lombardia e non solo, anche con Torino e con il Veneto, per rendere conveniente

venire a Malpensa a prendere un aereo o spedire i propri prodotti. Bisogna fare in modo che i passeggeri e le merci utilizzino Malpensa piuttosto che dirigersi in Svizzera, Austria o Francia. Risolto questo problema, il futuro di Malpensa sarà un dato certo. Questo significa occuparsene, il resto è propaganda».

Privatizzazione
Per Angeletti, è compito del pubblico stabilire i ruoli dei vari aeroporti. Ma «non possiamo pensare che lo Stato italiano abbia i soldi sufficienti per fare gli investimenti necessari a rendere competitivi gli scali aeroportuali». In altre parole: «Non si può pensare di sviluppare il sistema del trasporto aereo senza capitali privati: sogneremmo ad occhi aperti se lo pensassimo». Il leader della Uil è perentorio. «Il Paese ha bisogno del pubblico per definire l’assetto degli aeroporti e regolamentare gli accordi con le compagnie aeree (che spesso fanno dumping pur di avere i passeggeri); al privato si lasci pure la gestione di un aeroporto se se ne occupa secondo gli obblighi fissati dalla concessione rilasciata dal pubblico, senza alcuna possibilità di speculazione». Rifiuta scelte ideologiche, il leader della Uil, ma avvisa anche che: «I privati dovranno essere in grado di fare investimenti nell’interesse collettivo, non accaparrarsi quote di società di gestione solo per avere una rendita». Insomma i vantaggi dovranno essere collettivi. E per questo Angeletti indica la via dei «contratti di programma» con cui il privato sia costretto a mantenere gli impegni presi «pena la revoca della concessione per la gestione di uno scalo».

Lavoro e precariato
Un “contratto di sito” «può favorire, ma non garantisce il lavoro», premette Angeletti che ritiene comunque interessante la proposta. Anzi rilancia: «Fermo restando il mantenimento della specificità di ogni mansione e dunque lavoro, si potrebbe pensare a un contratto con tutta una serie di tematiche (servizi e trasporti per i lavoratori del sedime, orario, organizzazione del lavoro) comuni a chi lavora nella stessa area». Di fronte a «problemi comuni» si troverebbero soluzioni utili a tutti i lavoratori del sedime e un’organizzazione del lavoro quasi collettiva. «Sarebbe un’esperienza unica e interessante», commenta Angeletti. Da portare al tavolo del prossimo governo? «Meglio lasciar fuori il governo. Direi che possiamo benissimo fare da noi. La nostra controparte, il nostro “problema” sono le imprese: è con loro che dobbiamo fare accordi». A partire, perché no, da Malpensa. «Chi fa sindacato là, è già bravo e capace. Vada avanti».
A. Ped.

p.rossetti

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