Anna, ex “bimba di Chernobyl” «Torno a Busto perché è casa»

«I soggiorni estivi qui mi sono stati d’aiuto, sia dal punto di vista umano, che da quello della salute»

L’ex “bambina di Chernobyl” ormai è una bustocca d’adozione. «I soggiorni estivi? Un’esperienza che mi ha aiutato moltissimo, umanamente ma anche dal punto di vista della salute».

Parole di , classe 1996, che in questi giorni ha deciso di tornare in vacanza a Busto Arsizio. «Per noi è come se fosse una figlia, anche se vive a tremila chilometri di distanza» ammette , il presidente dell’Aubam, che l’ha ospitata a casa sua per diverse estati.

L’abbraccio del “Pedela”

Pur non avendo più i requisiti per prendere parte ai soggiorni estivi organizzati dall’associazione bustocca che ogni estate ospita i bambini di Chernobyl, la 19enne Anna le sue vacanze estive ha deciso di trascorrerle ancora nella “sua” famiglia di Busto Arsizio, quella del presidente dell’Aubam Antonio Tosi e di sua moglie .

«È dal 2007 che passo le estati qui – racconta Anna, che da Kiev è arrivata da pochi giorni in città – è stata un’esperienza bellissima e importante. Sono stata fortunata, perché non tutti i bambini riescono a costruire un rapporto così stretto e duraturo con la famiglia che li ospita». Ormai si sente un po’ “bustocca” anche lei: «Di Busto Arsizio mi piace la gente – ammette Anna – è aperta, generosa, disponibile. Qui ho trovato persone che vogliono bene e che aiutano».

Da venerdì è ad Alassio, nell’ex colonia di Busto Arsizio, oggi residenza aperta anche alle famiglie, che ha imparato ad amare negli anni, visto che è sempre stata una delle tappe obbligate del soggiorno dei “bimbi di Chernobyl”. «L’associazione fa un lavoro molto importante – la testimonianza di Anna – Ho provato sulla mia pelle quanto sia utile per la nostra salute passare queste settimane in Italia. Prima di venire qui, in inverno mi ammalavo spesso di influenza, ora non succede più».

Ma è soprattutto l’aspetto umano la vera «fortuna» di Anna, che a settembre, al ritorno a Kiev, inizierà il terzo anno di pedagogia all’università, con l’obiettivo di diventare insegnante di lingue e letteratura alle scuole medie superiori.

«Come se fossimo parenti»

«Con Antonio e Antonella il rapporto di amicizia è bellissimo, ci sentiamo tutte le settimane – racconta la giovane ucraina – poi a me piace viaggiare, imparare le lingue. E grazie a questa esperienza ho potuto visitare Venezia, Firenze, Roma. È stato un grande arricchimento».

Reciproco, come spiega Antonio Tosi, detto “Pedela”, anima dell’Aubam: «Il bello di questo progetto è vedere un albero che cresce negli anni. E che quando il tuo bambino è qui vedi crescere nella vita di tutti i giorni. Nell’80% dei casi le famiglie ripetono l’ospitalità degli stessi bambini dell’anno precedente. Così si instaurano rapporti eccezionali, veri legami di parentela. Anche se Anna vive a tremila chilometri di distanza, per me è come se fosse una figlia».n A. Ali.