VARESE La crisi colpisce anche gli inquilini delle case popolari. Il 2012 è stato, infatti, un anno difficile anche per l’Aler di Varese, che ha registrato il più alto picco di morosità degli ultimi anni. Non solo. Il 2012 è stato anche il primo anno delle reintroduzione della tassa sulla casa, e l’Imu, nonostante Aler si occupi di edilizia sociale, non ha davvero risparmiato nessuno. E in provincia di Varese è gravata sulla società per quasi 1,4 milioni di euro. Ma, nonostante questo, la situazione di morosità nell’azienda varesina rimane tra le migliori di tutta la regione. E nei primi mesi del 2013. circa un terzo degli affitti non pagati l’anno precedente è già stato recuperato. La morosità, alla chiusura del bilancio al 31 dicembre, ha visto affitti e spese non pagate per un totale di due milioni e settecentomila euro circa. Cifra che ad oggi, a metà marzo 2013, è scesa a un milione e ottocentomila euro. Il picco di
non pagato durante l’anno scorso rimane elevato, ovvero il 14%. «Un picco che, tuttavia, è sceso in questi primi mesi dell’anno al 9,7% – spiega la direttrice generale dell’azienda Francesca Borgato – la morosità varia a seconda del periodo di riferimento. Con l’acuirsi della crisi e la perdita di posti di lavoro, che nell’anno appena passato ha registrato in Italia le cifre più alte, le conseguenze si riverberano inevitabilmente anche sui nostri inquilini, che appartengono alle classi sociali più deboli. E questo si traduce in mancati pagamenti o in semplici ritardi». Rispetto agli anni precedenti, durante i quali la morosità media era inferiore al 10%, il 2012 ha lanciato un campanello d’allarme. «Tuttavia – aggiunge Borgato – con i pagamenti degli arretrati saldati in questi mesi l’emergenza sta rientrando». Rimane il problema che la situazione economica generale del Paese non lascia ben sperare, almeno nell’immediato futuro. E il problema della morosità continuerà a rimanere un’incognita con la quale fare i conti.
Il servizio completo sul giornale in edicola giovedì 14 marzo
s.bartolini
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