È il 3 giugno ma non è cambiato nulla: l’insopportabile sensazione di mistero e la frustrante condizione di spettatori passivi davanti a qualcosa che avviene sempre dietro le quinte è la stessa di sempre. Il comunicato stampa del Varese non ha senso, sembra una presa in giro o un tirare in lungo senza ragione: se annunci che è «stato definito il nuovo assetto societario», perché non dirlo e tenerlo per sé? Perché giocare crudelmente con l’attesa e la sofferenza dei tifosi che aspettano in silenzio da un mese e mezzo di sapere – e valutare, ne hanno tutto il diritto – chi vuole subentrare nei debiti (mah), nel mistero
più fitto, in una società che è tutto tranne che sana? Finché non ci sono nomi e cognomi, disponibilità economiche, curriculum, amicizie, storie personali e progetti del neo presidente (svizzero o italiano? Decidetevi), siamo di fronte al nulla. Ci siamo già bruciati, credendo ai fantasmi. A proposito: un po’ di dignità e contegno, siamo pur sempre il Varese e abbiamo una storia. Iscriversi alla Lega Pro (o alzare le mani in segno di resa) è il minimo sindacale, non un’impresa simile allo sbarco sulla luna: eppure qualcuno esulta, gode, trionfa. Hanno distrutto il nostro sogno con incompetenza e arroganza, lasciando macerie. Cosa ci sarà mai da festeggiare? Andrea Confalonieri