Spadroneggia a rimbalzo, domina nel pitturato, Cervi perde il duello contro il numero 1 biancorosso ed esce con la coda tra le gambe. Poi chiaro, non è tutto rose e fiori perché lascia per strada qualche errore come suo solito. È bravo anche a limitarsi per nove minuti, senza Pelle e con quattro falli da gestire. Il pollice è all’insù, va in doppia doppia.
Sempre più in confidenza, sempre più decisivo e sempre più continuo. Valeva la pena aspettarlo, perché ora sta ripagando con gli interessi l’attesa. Guida la squadra con sapienza e talento, segna con costanza (altri venti punti messi a referto). Bene così, sta tornando il Maynor che conosciamo e non può esserci notizia migliore al PalA2A.
Si accende ad intermittenza, spesso esagera, apre il terzo quarto con una tripla dal nulla ma i suoi lampi finiscono lì. Nel finale non è in campo, ma per una sera il palcoscenico è degli altri. Conoscendolo, se lo riprenderà mercoledì.
Stecca completamente la partita. Si carica di falli e lascia l’incombenza del finale tutta sulle spalle di Anosike. Errori di gioventù e di ingenuità che però possono sempre costar caro: ieri è andata bene.
Non contiamo quei due falli sulle triple di Della Valle e De Nicolao. Pensiamo a tutto il resto, alla leadership, all’esperienza, ai punti, al coraggio, alla difesa, agli applausi di Masnago, più che mai meritati. La classe non ha età, le mani non invecchiano, grazie Bullo.
Un buon inizio, la voglia di dare una scossa si legge negli occhi, nei suoi punti ma anche quando si mette a forzare qualche tiro di troppo o quando tiene il pallone qualche secondo in più. Merita un applauso, anche negli errori, perché anche nel finale lucra punti importanti. Prova da capitano.
Uomo di grande esperienza, non sarà al top della forma e della carriera ma sfodera una prestazione di cuore, di intelligenza, di difesa. Tiene il campo per 35 minuti senza cedimenti, chiude giocando da cinque, in doppia cifra. Eroico. Questo è il KK che serve a Varese per poter svoltare.
Prestazione di umiltà, nei ritagli di partita che gli vengono concessi. Due punti, tanta grinta, qualche fallo di troppo. Ma vanno bene anche quelli in partite così.
Un partitone. Finalmente una reazione dopo due partite troppo brutte per essere sue. Segna con discreta continuità, difende con rabbia, schiaccia due metri sopra gli avversari, li stoppa anche. Mette fisico e rabbia al servizio della squadra, era ora.
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