Due processi nello stesso palazzo di giustizia
Una coincidenza singolare ha animato la giornata di martedì 30 settembre al Tribunale di Varese. Protagonista, una donna di 86 anni, comparsa in due processi distinti, celebrati nello stesso palazzo ma in aule e piani diversi. Le accuse? Maltrattamenti in famiglia e violenza privata, entrambe legate a un’accesa faida tra i parenti del nuovo compagno della pensionata.
La condanna
Per il procedimento relativo ai maltrattamenti è arrivata già la sentenza: un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa ma subordinata al risarcimento di 8.000 euro nei confronti della parte civile. Il suo legale, l’avvocato Sandro Damiani, ha annunciato ricorso in appello, sostenendo che non vi fosse un rapporto di convivenza continuativa, presupposto necessario per configurare il reato.
La faida familiare
La vicenda si inserisce in un contesto di conflitti tra vicini di casa e parenti, esplosi in una spirale di querele e controquerele. Secondo le ricostruzioni, già nel 2022 la donna avrebbe rivolto insulti e vessazioni nei confronti della cognata del compagno, arrivando in un episodio a un’aggressione fisica, fortunatamente senza conseguenze gravi.
Un anno più tardi, nel 2023, un nuovo episodio ha fatto scattare l’accusa di violenza privata: la pensionata avrebbe parcheggiato la propria auto dietro quella dei “rivali”, impedendo loro di uscire dall’abitazione. Testimoni della polizia locale e delle parti civili hanno confermato in aula il clima di forte tensione.
Due strade giudiziarie ancora aperte
Mentre il processo per maltrattamenti ha già portato a una condanna, il filone sulla violenza privata è ancora in corso. Due storie parallele che raccontano non solo di rapporti familiari degenerati, ma anche del peso che conflitti quotidiani possono assumere una volta varcata la soglia del tribunale.