Area Falk/ Gip: No a arresto Penati ma gravissima corruzione

Milano, 25 ago. (TMNews) – Malgrado ci siano “gravi indizi di
reato” e le “esigenze cautelari”, il reato di corruzione è ormai
prescritto. Con queste motivazioni il Gip di Monza Anna Magelli ha respinto la richiesta di custodia cautelare in carcere per l’esponente del Pd Filippo Penati e di arresto per il suo ex braccio destro Giordano Vimercati, indagati nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte tangenti relative alle aree Falck e Marelli di Sesto San Giovanni. La richiesta era stata formulata dai Pm monzesi Walter Mapelli e Franca Macchia che coordinano le indagini svolte dalla guardia di finanza.

Per le presunte tangenti il giudice ha infatti deciso di riqualificare il reato di concussione in quello di corruzione e questo risulta “estinto” perché relativo agli anni 2001 e 2002, a differenza degli episodi contestati all’ex assessore del Comune di Sesto San Giovanni, Pasqualino Di Leva, e all’architetto Marco Magni, arrestati oggi, che risalgono al 2006 al 2008.

Contestualmente però, nell’ordinanza in cui rigetta l’arresto, il Gip scrive che le indagini condotte dai magistrati di Monza “dimostrano l’esistenza di numerosi e gravissimi fatti di corruzione posti in essere da Filippo Penati e da Giordano Vimercati nell’epoca in cui questi rivestivano la qualifica di pubblici ufficiali, prima presso il Comune di Sesto S.Giovanni e poi presso la Provincia di Milano”. Se dunque per il giudice sussistono “i requisiti dei gravi indizi di colpevolezza”, non è possibile procedere con “qualsivoglia misura cautelare” perché il reato è prescritto.

AlpAqu

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