Armi, droga e un “bazar” hi-tech Fratelli in arresto per ricettazione

Lei 42 anni, lui 38: nelle loro case di via Sant’Antonio i poliziotti hanno trovato di tutto. Sedici gioiellini Apple, orologi e navigatori ma anche eroina, un fucile e due pistole

– Armi, eroina e prodotti high tech: fratello e sorella arrestati per ricettazione.
Ad inchiodarli gli agenti della squadra mobile della questura di Varese al termine di una rapida indagine. In manette sono finiti , 38 anni, albanese, e la sorella , 42 anni.
Perquisite le abitazioni-covo dei due in via Sant’Antonio i poliziotti hanno trovato di tutto. Refurtiva, ma anche armi clandestine oltre a più di 38 grammi di eroina.
Nascosti nelle abitazioni e nelle cantine (alcuni oggetti erano persino stati infilati tra le lenzuola di un letto nel tentativo di nasconderli) gli agenti, coordinati dal pubblico ministero, hanno trovato 16 tra iPod, iPad, Mac, Macbook, iPod nano.

Un campionario di griffatissimi Apple considerati sicuro provento di furto. Inoltre sono stati scovati 16 orologi, due navigatori satellitari e sei ricetrasmittenti. Parliamo di un bottino da migliaia di euro.
A preoccupare, però, sono state in particolar modo le armi. Oltre ad un fucile ad arma compressa, corredato di mirino di precisione, in casa di Merepeza sono state trovate una pistola Beretta calibro 22 corredata di caricatore e con all’interno nove cartucce, rubata qualche settimana fa durante un furto in abitazione a Vicenza,

e un’altra pistola semi automatica calibro 7,65 corredata da colpi.
Questa seconda arma ha il numero di matricola abraso ed è di provenienza clandestina. I poliziotti hanno inoltre trovato un altro caricatore compatibile con una delle due armi e uno straccio di tela sporco di una sostanza oleosa che dovrebbe essere olio per lubrificare le armi. Armi che quindi venivano ben tenute in modo che potessero funzionare all’occorrenza.
L’accusa per ora è di ricettazione. La polizia di Stato, però, sta indagando ancora. Eriola Mrerepeza si è dissociata. Ha infatti dichiarato dopo l’arresto che per quanto riguarda i prodotti Apple era stato il fratello di volta in volta a chiederle di custodirli.
Di quegli oggetti lei ha dichiarato di non conoscere la provenienza. Non aveva invece la più pallida idea, sempre secondo quanto dichiarato, di nascondere in cantina armi e droga.
La figura di primo piano parrebbe essere Vinciullo.

È possibile che l’uomo sia parte di un gruppo criminale specializzato in furti o rapine. Oppure in entrambe le cose. I prodotti Apple sono di provenienza furtiva.
Sono stati rubati, secondo gli inquirenti che ora lavorano per ricollegare il bottino ai furti. Le armi suggerirebbero una tendenza ad essere pronti alla violenza. Sia che si tratti di rapine che di eventuali furti.
Le armi trovate non sono infatti dei giocattoli. Si lavora ora anche per capire, in modo particolare per quanto riguarda l’arma clandestina, in quali frangenti criminosi queste armi possano essere state utilizzate. Vinciullo non ha invece detto una parola.
Non ha proferito verbo sull’attività connessa a quanto i poliziotti hanno trovato nelle sue disponibilità.