Arrigoni respira: «Siamo più sereni. Ce la meritavamo»

Sospiro di sollievo dopo il blitz di Capo d’Orlando. Il ds: «Premio per il coach e per tutti i giocatori. Thompson è vivo, ma a volte sparisce dal campo»

«Loro sono esperti e giovani insieme ed erano in totale fiducia. Noi, un po’ di fiducia, l’abbiamo finalmente ora». Parole e musica di , a commento della prima vittoria esterna stagionale della Openjobmetis Varese.

Il “ratto” ai danni del PalaFantozzi ha regalato serenità al lunedì varesino, con il potere taumaturgico dei due punti (conquistati lontano da casa sembrano valere ancora di più) capace di dare forza a un percorso di guarigione nel segno del lavoro e, appunto, della fiducia. Con il manager biancorosso è allora dolce andare a ripercorrere la domenica dei sorrisi: «Capo d’Orlando era una delle squadre all’ordine del giorno, per via dei risultati che era stata capace di conseguire.

Noi abbiamo giocato con molta attenzione e oculatezza, prendendo subito quei 10 punti di vantaggio che abbiamo sempre mantenuto, tranne nel finale: lì siamo stati bravi e fortunati».
Avanti nell’analisi: «L’assenza di ci ha costretto a fare di necessità virtù in regia. ci ha preso per mano con la sua bidimensionalità, perché ha saputo sia andare in proprio sia trascinare gli altri, ma un bravo va anche a, valido nel ruolo di secondo playmaker, capace di mettere qualche punticino alla bisogna e freddo con i tiri liberi della staffa. Non è quasi mai giusto soffermarsi sui singoli, ma la prestazione del capitano va sottolineata: bravo e attento».

E il tanto bistrattato che ha dato alcuni segnali di vita nel secondo tempo? «Ha fatto delle cose importanti, anche se ogni tanto persevera nello scomparire dal campo. Deve trovare continuità e dare un contributo solido e incessante: al momento è la sua priorità». Restando sul terreno dei singoli sarebbero anche altri quelli da citare: il Campani preciso al tiro e possente in difesa che ha reso meno negativa la giornata no di , o il che fornisce solidità e rimbalzi senza pause. Torniamo al gruppo: «Ha messo in difficoltà un’Orlandina che non ha certo porto l’altra guancia né in attacco, né in difesa, eseguendo bene il piano partita. Avanti così: abbiamo preso due punti importanti, che pareggiano la sconfitta casalinga contro Caserta, fungendo da premio per il nostro allenatore e la sua etica del lavoro. E per i giocatori che non stanno mai lesinando il loro impegno».

Inevitabile, pur sotto il cielo rasserenato del presente, guardare avanti e domandarsi cosa succederà nel momento dell’addio di Ukic, l’attuale pietra miliare di Varese: «Dobbiamo prima di tutto recuperare i due infortunati – risponde, predicando calma, Arrigoni – che, non dimentichiamocelo mai, sono il playmaker titolare designato e il suo cambio. Non li abbiamo mai testati in campionato e prima di pensare a qualsiasi altro giocatore vorremmo capire cosa ci possono dare questi. È doveroso farlo. Sarà difficile vedere la nostra identità definitiva prima della seconda metà di dicembre: per un po’ dovremo continuare a navigare a vita». In tale contesto le settimane riempite dalla Fiba Europe Cup non saranno un male: «Perché ci costringeranno a pensare e a rimanere concentrati solo sulle partite, e non ai cambiamenti cui la squadra andrà incontro».
Per il mercato del qui e ora da Bruno Arrigoni non arriva nessuna conferma, né indicazione. Ma il dado che porta al primo avvicendamento stagionale sembra tratto. Tra domani e dopo è atteso l’arrivo a Varese dell’ala lettone , giocatore classe 1988 impegnato nel primo scorcio di stagione in Romania, al Pitesti. Varese si dovrebbe avvalere della sua buona mano da fuori per coprire il buco più palese di inizio annata: quello in ala piccola. A fargli posto sarà, come anticipato, , destinato a tornare in Lega Due. Ma non solo, perché l’esigenza di fare operazioni a costo praticamente zero potrebbe portare a un altro addio: anche sarebbe in partenza, liberando spazio salariale per accogliere il tiratore lettone. Il primo a salutare, però, sarà il poco convincente giocatore di passaporto canadese.