«Sarà una bella verifica, uno snodo importante del nostro percorso». L’ex della partita – per una volta – siede alla scrivania: con Bruno Arrigoni è già capitato con Milano (dove peraltro è stato vice allenatore), capiterà con Cantù e capita al cospetto della Obiettivo Lavoro Bologna, avversaria odierna di una Openjobmetis in cerca di conferme dopo il raid continentale in Belgio.
Per il general manager biancorosso quella felsinea è stata la penultima tappa di una carriera lunga e molto diversificata nelle mansioni, una parentesi conclusasi de facto lo scorso febbraio dopo un anno e mezzo.
Nel presentare la gara odierna, uno sguardo al passato è d’obbligo: «Come tutte le esperienze lavorative, anche quella bolognese ha aggiunto qualcosa al mio bagaglio. Alla Virtus sono stato bene e Bologna è una città bellissima, nella quale ho vissuto come un signore. Il mio rapporto con la società si è concluso anzitempo, ma con il massimo della serietà e in conseguenza di una pianificazione concordata. Non ho nessuna recriminazione da fare: dentro rimane solo la convinzione di aver vissuto un’avventura professionale molto importante».
Concentrarsi sul presente significa alzare le antenne. Lo dice chi conosce bene il coach che stasera sarà seduto sulla panchina avversaria: «Le squadre di Valli sfruttano veramente il collettivo, privilegiando giocatori duttili e in grado di coprire più ruoli. Dovremo prestare la massima attenzione».
Fuori Allan Ray, la lente d’ingrandimento dell’analisi della vigilia punta su in particolare su due giocatori: Courtney Fells e Dexter Pittman. Il primo è l’acquisto all’esordio in posizione di ala, il secondo è il “centrone” che sta collezionando delle buone statistiche (13,7 punti di media con quasi 6 rimbalzi in soli 23 minuti di utilizzo): «Hanno puntato molto su di lui – spiega Arrigoni – perché è un giocatore importante sotto tanti punti di vista: è alto, grosso, sa passare bene la palla e ha mani molto educate. Valli lo voleva anche lo scorso anno, ma all’epoca era fuori portata per le tasche della Virtus. Così Fells, un altro da tenere d’occhio».
Guardare in casa propria, invece, significa in primis ripartire dalla durezza mentale mostrata nel mercoledì di coppa: «Nel quale siamo partiti molto bene, realizzando con continuità ciò che costruivamo. Quando Ostenda ha ritrovato fiducia e ha cercato di tirarci le spallate giuste per rientrare, siamo sempre riusciti a reagire con razionalità e anche un po’ di fortuna, tenendola a bada».
Parlare di mercato, infine, significa accennare a un prossimo sfoltimento del roster: «Sono rientrati in due, qualcuno ora dovrà uscire per forza: non possiamo avere una rosa tipo squadra di football americano. Shepherd rimane un giocatore a disposizione, gli altri verranno valutati nel tempo e al momento non c’è l’intenzione di appiccicare etichette a nessuno».
La chiosa con Arrigoni è sulla notizia del giorno: la fine del rapporto tra Sassari e il coach campione d’Italia Meo Sacchetti. «Difficile parlare senza conoscere la situazione e senza sapere perché si è arrivati a una decisione così sportivamente drammatica. Di certo Sacchetti è un tecnico bravissimo e una persona di alto livello, che ha portato Sassari dove non era mai arrivata. Questa notizia un po’ squassa il piccolo microcosmo della pallacanestro».