Droga e cosche: arriva anche l’ultimo arresto. Dopo il maxi blitz dell’altro ieri con 11 persone finite in manette nelle province di Varese, Milano e Novara, è arrivata anche la dodicesima cattura. Nel pomeriggio di ieri i carabinieri del nucleo investigativo di Varese hanno rintracciato un individuo italiano, ulteriore destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere spiccata dal Gip di Busto Arsizio in seguito all’indagine dei Carabinieri coordinata dalla Procura della Repubblica. L’uomo è stato rintracciato ad Olgiate Comasco, dove risiede temporaneamente da qualche giorno. Nel corso dell’indagine si era accertato che il sessantaduenne originario di Catanzaro, fungeva da intermediario e procacciatore di clienti dello stupefacente – cocaina e hashish – per conto di un 54enne di San Donà di Piave, già catturato nella mattinata dell’altro ieri e punto di riferimento dell’intera organizzazione. Al termine dell’attività l’uomo è stato rinchiuso nella casa circondariale di Como. Quello di ieri è l’ultimo arresto in seno all’operazione Alleanza. L’indagine è iniziata nel novembre del 2013 quando i carabinieri hanno notato
un conciliabolo in strada tra un esponente gelese e uno calabrese, Gentile Fiore, un affiliato ai clan che nel marzo del 2013, dopo una fuga con la famiglia a Malaga, è stato trovato ucciso a colpi di pistola a Isola di Capo Rizzuto. Seguendo questa traccia, i carabinieri sono arrivati a un’organizzazione complessa che smerciava cocaina, ma soprattutto marijuana e hashish, nelle zone di Varese, Gallarate, Busto Arsizio, Legnano, Novara e Pavia. Gli arresti sono stati affiancati da decine di perquisizioni effettuate con i cani antidroga. Secondo gli inquirenti si tratta di un’organizzazione che fatturava 120 mila euro al mese, acquistava in Marocco, e utilizzava come unità di misura pacchi di hashish del peso di 30 chili.Curioso e articolato il linguaggio utilizzato per parlare dello stupefacente: le partite di droga venivano chiamate con i nomignoli più diversi, «super», «Lavazza», «panini», «birra». La cocaina veniva definita «la bianca» per distinguerla dalla «bionda», un particolare tipo di hashish considerato molto pregiato. Sono 20 i chili sequestrati in tutto durante le perquisizioni.