La stagione dei funghi sta per iniziare. Veri patiti o semplici appassionati guardano speranzosi le nuvole piovose di questi giorni intervallate da calde giornate soleggiate. Il clima caldo umido favorirà raccolte migliori rispetto all’anno scorso, a detta di tutti deludente? Quella della raccolta di funghi è però una passione che spesso nasconde pericoli. Ogni anno incidenti o brutte avventure capitano a chi si addentra
nei boschi alla ricerca del porcino perfetto. Le regole della raccolta sono cambiate e quest’anno nelle valli del luinese la raccolta non prevede più il tesserino. L’Asl varesina come ogni stagione ha attivato nelle sedi di Varese, Gallarate, Luino e Tradate a partire da fine agosto lo sportello micologico; tra le attività, anche l’utile servizio gratuito e su appuntamento per prevenire le intossicazioni.
L’Ispettorato Micologico raccomanda di far sempre controllare i funghi raccolti da privati per verificarne la commestibilità e fornire adeguate istruzioni per il consumo rinnovando l’invito ai cittadini a recarsi agli sportelli nel caso di qualsiasi dubbio inerente la loro commestibilità. Ma, soprattutto, la principale attività è quella di intervenire nei casi di sospetta intossicazione su richiesta del pronto soccorso e con l’obiettivo di individuare la specie fungina che ha causato l’intossicazione permettendo così una terapia appropriata per il paziente. Lo scorso anno si sono contate dodici richieste di intervento per sospetta intossicazione da funghi, raccolti da privati e consumati in famiglia. Ma anche le modalità di raccolta devono destare attenzione. La Val Veddasca è il luogo della provincia più noto ai cercatori. Famosa per le raccolte da record, offre stupendi scorci ma nasconde anche insidie in passato mortali.
«Come già fatto questa estate, desidero raccomandare la massima attenzione –afferma , primo cittadino di Maccagno con Pino e Veddasca- Spesso capita che i cercatori si spingano in luoghi impervi e pericolosi, come successo nei mesi passati, e una giornata di svago e passione può diventare drammatica e può impegnare duramente intere squadre di soccorritori». «Soprattutto – conclude Passera – chiedo il rispetto della nostra natura, patrimonio importantissimo di questi luoghi». Nel Piambello la Comunità Montana ha proposto ai Comuni un testo di convenzione contenente una tariffazione differenziata per classi di utenza e la gratuità della raccolta dei funghi per tutti i residenti. La convenzione, approvata dall’ente sta passando al vaglio del consigli comunali. Lo scorso 24 luglio Regione Lombardia ha deliberato la regola per la quale le comunità montane che si siano avvalse della possibilità di introdurre il pagamento del contributo per la raccolta possono esentare soltanto i coltivatori diretti, gli utenti di beni di uso civico e i soci di cooperative agricolo-forestali. Ciò escluderebbe i cittadini residenti. «Questa applicazione della legge è discutibile –afferma in una missiva ai sindaci , presidente di Comunità Montana del Piambello – sia nel merito, perché priva gli enti montani della reale possibilità di articolare una compiuta politica tariffaria, sia nel metodo perché derivante da una delibera regionale intervenuta quando molti enti avevano già adottato i propri atti». «Vanifica la convenzione da noi approvata, privando il contenuto della stessa dalla volontà di esentare dal pagamento i nostri cittadini – prosegue De Medio – In questo modo, di fronte alla impossibilità di attuare una politica tariffaria di salvaguardia per i residenti che, nonostante il testo della convenzione si troverebbero comunque a pagare il contributo previsto dalla Regione, credo che l’unica strada praticabile sia quella di dare applicazione indiscriminata alla legge regionale, attuando la gratuità per tutti a prescindere dal loro luogo di residenza. Ciò determina il mancato introito del contributo che, è giusto ricordarlo, inevitabilmente produrrà una riduzione delle risorse disponibili per la tutela del patrimonio boschivo e la tutela delle risorse naturali». «Regione Lombardia dimostra di avere una scarsa percezione delle esigenze del territorio» conclude il presidente.