Asportare la tiroide senza cicatrici

Chirurgia d’avanguardia - All’ospedale di Circolo il primo intervento del genere in tutta Europa

È stato eseguito a Varese, per la prima volta in Europa, un intervento di asportazione della tiroide senza cicatrici chirurgiche. L’operazione è stata condotta, su un uomo, dal Professor i (in foto), Direttore della S.C. Chirurgia Generale 1, ASST dei Sette Laghi, Università degli Studi dell’Insubria.

«L’asportazione della ghiandola tiroidea, senza cicatrici, avviene mediante un piccola incisione di un centimetro, “nascosta” nel cavo orale – spiega il professor Gianlorenzo Dionigi – Il vantaggio principale di questa tecnica chirurgica è l’eccellente risultato estetico con l’eliminazione completa di cicatrici chirurgiche nel collo o in altre sedi visibili».
Un ulteriore evidente vantaggio è l’assenza di complicanze della ferita chirurgica stessa quali soprattutto il cheloide, l’ipertrofia della cicatrice, i sieromi ed ematomi. I pazienti inoltre si mobilizzano dal letto precocemente, si alimentano e parlano il pomeriggio stesso dell’intervento.

Quello eseguito a Varese è il primo intervento chirurgico del genere in tutta Europa.
Sette procedure molto simili a questa sono state eseguite ad oggi solo negli Stati Uniti e settanza in Asia tra Corea del Sud, Tailandia e Cina.
La tecnica chirurgica senza cicatrici è stata proposta e validata da un gruppo di studio internazionale (Transoral Thyroidectomy Study Group) composto dai massimi esperti della chirurgia endocrina quali lo stesso Prof. Gianlorenzo Dionigi, il Prof. Jeremy Richmond (John Hopkins, Baltimora, Stati Uniti), i Professori Robert Uldesman e Tobias Carling (Yale University, New Haven, USA), Professore Hoon Yub Kim (Korea University, Seoul) e Angkoon Anuwong della Siam University di Bangkok.

La nuova tecnica chirurgica senza incisioni non si può però applicare a tutti i casi in cui è necessari l’asportazione della tiroide, ma è strettamente dipendente dall’esperienza del Chirurgo e dalle nuove tecnologie e moderni strumenti chirurgici dedicati, quali il monitoraggio dei nervi laringei, dissettori a radiofrequenza (Thunderbit) e strumenti endoscopici. I criteri di selezione dei pazienti che possono essere sottoposti a questo tipo di intervento sono rigidi.
Devono presentare dei noduli tiroidei con diametro non superiore ai 5 cm., il volume della ghiandola tiroidea non deve essere superiore ai 45ml., deve esserci una diagnosi preoperatoria di patologia benigna della tiroide o di un piccolo tumore, non devono esserci infine indicatori biochimici ed ecografici di tiroidite, non segni clinici ed ecografici di linfadenopatia cervicale.

L’intervento chirurgico a Varese si è reso possibile grazie al grande lavoro di equipe che si è fatto.
«Al significativo supporto dell’ASST dei Sette Laghi, la Cattedra di Endocrinologia del Prof. Luigi Bartalena per la perfetta preparazione del Paziente, Dr. Salvatore Cuffari ed il Dr. Alessandro Bacuzzi per i delicati aspetti anestesiologici, il Prof. Luigi Boni, Direttore del Centro di Ricerche in Chirurgia Mininvasiva e tutto il Personale Infermieristico del Blocco Operatorio per la preziosa collaborazione intraoperatoria – sottolinea Dionigi – Questo è certamente un importante riconoscimento europeo ed internazionale per la ASST dei Sette Laghi e l’Università degli Studi dell’Insubria in particolare. Ne andiamo orgogliosi».