«Assassini, ogni mese ne muore uno»: protesta dei detenuti ai Miogni

Serata di tensione nel carcere di Varese, dove i detenuti hanno battuto sulle sbarre delle celle denunciando le drammatiche condizioni di vita in prigione. Intanto, fuori dal tribunale, gli avvocati della Camera penale ricordano il tragico bilancio dei suicidi in carcere, aggiornato mese dopo mese con un pannello commemorativo.

VARESE – «Assassini. Ogni mese ne muore uno». Sono le parole gridate con rabbia dai detenuti del carcere dei Miogni di Varese nella serata di lunedì 26 maggio, durante una protesta improvvisata e rumorosa. Il gesto, avvenuto al calare della sera, ha visto i prigionieri battere con forza sulle sbarre delle finestre delle celle, manifestando il proprio dissenso per le dure condizioni di vita all’interno dell’istituto penitenziario.

Il dramma dei suicidi in carcere è un tema sempre più urgente e doloroso. A testimoniarlo, anche fuori dalle mura, è l’iniziativa simbolica portata avanti dagli avvocati della Camera penale di Varese, che hanno collocato un pannello all’ingresso del tribunale: su di esso viene aggiornato il numero delle persone che, mese dopo mese, perdono la vita dietro le sbarre.

Una protesta che riaccende l’attenzione sulla situazione critica del sistema carcerario italiano, dove sovraffollamento, carenze strutturali e abbandono psicologico continuano a pesare come una condanna aggiuntiva.