SOMMA LOMBARDO – «Non ne possiamo più. Sono dieci giorni che non dormo, lui ieri sera ha dovuto prendere un sonnifero per riuscire a chiudere occhio».
Non sono i sorvoli a bassa quota degli aerei o qualche locale dove la gente tira tardi, a rompere le notti di Elena Maiocchi e Simone Bonin. Bensì una sessantina di gatti che ormai da qualche mese hanno deciso di abitare nel loro giardino. «Dopo la ripresa dell’attività della ditta qui accanto, i gatti si sono spostati a casa nostra, ma con tutto l’amore per gli animali, non ce la facciamo più».
Sono tanti, troppi, i felini sbarcati in via Murè. Una colonia di 60 gatti selvatici, moltissimi inavvicinabili. Non solo gattini dal bel musetto. Elena ne ha anche “allevati” quattro puntando la sveglia ogni tot ore per dare loro il biberon di latte (con foto a testimoniarlo). «Come facevo a far finta di niente? Ho tenuto in casa qualche piccolo, dopo averne trovato uno mangiato in giardino, poi questi quattro sono riuscita a regalarli. Ma tutti gli altri? Noi non abbiamo scelto di avere 60 gatti. Abbiamo telefonato ad associazioni animaliste, ci hanno detto che potrebbero sterilizzare le femmine (chi pagherebbe?) ma poi li riporterebbero qui. E ci hanno pure avvisato che se li trattiamo male, ci denunciano».
Così è un caos al civico 80 di via Murè.
I due giovani pensavano di mettere su famiglia, ma sarebbe stato un figlio nei loro programmi, non una colonia di gatti selvatici. «Come faccio ad avere un figlio?» si domanda Elena. «Alcuni sono belli, altri hanno proprio l’aspetto malsano, bava alla bocca, occhi strampalati. Ce n’è uno con un taglio nel fianco da cui abbiamo visto uscire addirittura i vermi».
«Il giardino non esiste più, l’odore che si respira fuori dalla porta di casa è insopportabile, vi lascio solo immaginare. Le automobili sono tutte graffiate e ho dovuto mettere reti alle finestre perché quando aprivamo i vetri ci entravano in casa. Ci siamo trovati anche i mobili nuovi danneggiati», racconta Simone con un’espressione disperata. Elena è piena di graffi sulle mani. Vorrebbe solo scappare lontano. «L’altro giorno c’erano quattro maschi attorno a una gatta, si è avvicinato Simone e se ne è trovati addosso dieci. E’ dovuto rientrare di corsa in casa. Il cane non esce neanche più, ha una paura folle. Non possiamo continuare a vivere così».
Senza contare il lato economico per una coppia che, al momento, deve fare i conti con un solo lavoro e per di più part-time. Soltanto in candeggina e amuchina, hanno speso una fortuna. La raccolta differenziata devono farla dentro casa, altrimenti sono guai. E spesso hanno pure problemi con il servizio rsu che non ritira i sacchi.
Ieri mattina, l’arrivo dal sindaco. «Ci hanno detto che solo lui può fare qualcosa».
Guido Colombo è esterrefatto: «Metterò in moto il dipartimento veterinario dell’Asl, la legge non è chiara. Bisogna però aiutare questi concittadini, non lasciarli soli e spaventarli come hanno fatto gli animalisti».
Alessandra Pedroni
f.tonghini
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