GALLARATE Affittò un appartamento in nero a un gruppo di stranieri irregolari: assolto in mancanza di una giurisprudenza certa e uniforme che sancisca i parametri per l’ingiusto profitto in questi casi. Il dispositivo è stato emanato ieri dal gup Alessandro Chionna nei confronti di un uomo di Gallarate, 57 anni, ufficialmente alle soglie dell’indigenza tanto da veder assegnata alla moglie e al proprio nucleo familiare un alloggio popolare dall’Aler di Varese. Nell’alloggio viveva la famiglia del locatario, mentre l’appartamentino di Gallarate, due vani più bagno, veniva affittato a 400 euro al mese a un gruppo di cittadini extracomunitari irregolari. La pigione, ovviamente, veniva versata in nero. Il giochetto era stato scoperto dalla polizia di Gallarate il 22 maggio 2009: gli agenti erano intervenuti su segnalazione dei vicini di casa
del gruppo di stranieri a seguito di un via vai sospetto, di rumori e di un continuo ricambio tra i volti degli affittuari dell’alloggio. L’intera vicenda era emersa, a cominciare dall’assegnazione dell’alloggio Aler a qualcuno che, una casa, in effetti l’aveva a disposizione. Il pubblico ministero Pasquale Addesso ieri mattina ha chiesto una condanna a 4 mesi e la confisca del bene immobiliare di Gallarate. Il giudice per l’udienza preliminare, però, ha deciso per l’assoluzione: ad oggi, infatti, non c’è una giurisprudenza certa e uniforme che stabilisca dei canoni all’interno dei quali collocare il concetto di ingiusto profitto. Se la Cassazione ha un orientamento, il tribunale di Milano, ad esempio, ne ha un altro. Aler Varese, invece, potrebbe avere dei validi motivi per togliere l’alloggio già assegnato alla famiglia.
e.besoli
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