VARESE – Ottanta anni e una storia che continua a battere forte nel cuore della città. Il primo agosto 1945 nasceva ufficialmente la Pallacanestro Varese, con il codice FIP 000108 che ancora oggi ne certifica la continuità. Una rarità nel panorama italiano, dove solo Milano e Cantù – oltre ai biancorossi – possono vantare la stessa longevità senza dover ripartire da zero.
Il basket, a Varese, è parte del tessuto cittadino: dalle prime sfide nel 1928 all’epopea dell’Ignis, passando per i giorni nostri con il progetto di rilancio guidato da Luis Scola. Una passione che si è tramandata di generazione in generazione, dai nonni innamorati di Raga e Morse, ai genitori cresciuti con Meneghin e Pozzecco, fino ai figli che oggi si identificano in Librizzi e nel nuovo corso targato gioventù e radici locali.
I pionieri e l’arrivo di Borghi
La scalata parte subito: promozione in A nella stagione d’esordio e due secondi posti a fine anni Quaranta. Poi l’arrivo di Giovanni Borghi nel 1956, con il marchio Ignis, segna la svolta: grandi investimenti, primi Scudetti (1961 e 1964) e l’apertura all’Europa con il nuovo palasport inaugurato nel 1964 a Masnago.
La leggenda della Valanga Gialloblù
Il 1968 è l’anno della rivoluzione: con Nikolic in panchina e un gruppo straordinario guidato da Ossola, Rusconi, Meneghin e Raga nasce la Valanga Gialloblù. In sette stagioni arrivano cinque Scudetti, quattro Coppe dei Campioni e due Intercontinentali. Masnago diventa un tempio gremito da 5000 cuori biancorossi e 18 stendardi si appendono sopra la Curva Nord.
Dopo l’Ignis, ancora gloria
Anche dopo il 1976, anno dell’ultima Coppa dei Campioni, Varese continua a vincere: Scudetto 1978, Coppa Coppe 1980, fino al passaggio del testimone dalla famiglia Borghi ai Bulgheroni nel 1981.
Il Campus, la Stella e l’altalena
Negli anni ’90 la cessione di Rusconi finanzia il progetto Campus, ma arriva anche la prima retrocessione. La risalita è veloce: nel 1999, l’apoteosi con la conquista della decima Stella firmata Pozzecco e Andrea Meneghin. Ma l’ultimo trofeo, la Supercoppa, arriva pochi mesi dopo. Inizia una nuova fase con l’era Castiglioni.
Il consorzio e l’era Scola
Dopo la retrocessione del 2008, Varese riparte con il consorzio “Varese nel Cuore” e sogna con gli “Indimenticabili” del 2013. Il ritorno ai playoff nel 2018 e il sogno europeo infranto a Chalon nel 2016 preludono all’arrivo del “papa straniero” Luis Scola: prima giocatore, poi amministratore delegato e socio forte. Con lui il budget è cresciuto e l’ambizione ha ritrovato slancio.
Ottant’anni senza smettere di crederci
Oggi la Pallacanestro Varese non è più ai vertici come ai tempi d’oro, ma resta una realtà viva, amata, identitaria. In un mondo sportivo dove le società nascono e muoiono, 80 anni senza interruzioni sono un monumento alla passione e alla fedeltà. Ora il regalo migliore sarebbero i playoff. Ma intanto, buon compleanno Varese.