Aurora boreale e forno a microonde

Negli ultimi anni l’esposizione ai campi elettromagnetici di origine artificiale è fortemente aumentata per via della crescita della domanda di elettricità e del continuo avanzamento delle tecnologie. Ecco come tutelarci

Qual è la forza che accomuna lo spettacolare fenomeno luminoso osservabile ad alcune latitudini e uno tra gli elettrodomestici più comunemente diffuso nelle nostre cucine? La forza magnetica.

Il geomagnetismo è principalmente causato dalla consistenza fluida del nucleo terrestre che muovendosi per via della rotazione e per le differenze di temperature, da origine a delle correnti elettriche e conseguentemente a dei campi magnetici. Questi campi hanno permesso lo sviluppo e il mantenimento della vita sulla terra, in quanto la schermano dal vento solare, ossia dal flusso di plasma ionizzato che viene emesso dalla nostra stella, che se non attenuato spazzerebbe via l’atmosfera terrestre. La minor protezione magnetica si ha nelle regioni dei poli, ed è qui che il vento solare  convogliato attraverso le fasce di Van Allen, urtando contro gli atomi dell’atmosfera emette luce visibile formando nubi luminose.

Tornando sulla terra o meglio nelle nostre cucine, l’elettromagnetismo del forno a microonde viene generato attraverso un magnetron, ossia una valvola che accoppia un campo magnetico a una frequenza elettrica e che convoglia le onde generate sui nostri cibi. Queste agitando le molecole d’acqua contenute, riscaldano l’alimento.

Ma se da un lato il magnetismo terrestre non influisce considerevolmente sul nostro stato di salute in quanto è di trascurabile intensità, negli ultimi anni l’esposizione ai campi di origine artificiale (CEM) è fortemente aumentata per via della crescita della domanda di elettricità e del continuo avanzamento delle tecnologie.

L’elettrosmog casalingo è dovuto a fattori esogeni ed endogeni.

Tra i fattori esogeni dell’inquinamento elettromagnetico si annoverano: ripetitori radio/tv e telefonici, impianti radar, collegamenti satellitari, reti distributive elettriche e dispositivi medicali.

Le radiazioni elettromagnetiche endogene sono prodotte dall’impianto elettrico, dagli elettrodomestici,  da tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche di uso individuale, dispositivi cellulari e wireless.

Le conseguenze alle esposizioni a campi elettromagnetici possono essere suddivise in categorie a breve e a lungo termine. Gli effetti immediati delle onde ad alta frequenza, generate da telefonia mobile e radiotrasmissioni sono sovrariscaldamento e danneggiamento dei tessuti. Più gli organi colpiti sono ricchi d’acqua e maggiore saranno gli effetti su di essi (esempio di organi a rischio sono testicoli, bulbo oculare e cervello). Gli effetti immediati delle onde a bassa frequenza (emesse ad esempio da elettrodomestici ed elettrodotti) possono essere l’alterazione del ritmo cardiaco,

mal di testa, disturbo del sonno, nausea, irritabilità, depressione. Non risultano ancora evidenze scientifiche che dimostrino una correlazione tra l’esposizione prolungata ai CEM ed effetti a lungo termine sulla salute, anche se si sono registrati aumenti dei casi di riduzione della fertilità, perdita della memoria, cambiamenti nello sviluppo dei bambini, leucemia infantile e di cancro. Comunque  l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come cancerogeni di gruppo 2B, ovvero come possibilmente cancerogeni per gli esseri umani.

Abbiamo appurato che la corrente che scorre in un circuito elettrico crea un campo di induzione magnetica, dunque come proteggerci all’interno dei nostri ambienti domestici?

Se non possiamo evitare che attorno alle nostre abitazioni sorgano le linee elettriche (ricordiamoci comunque che minore è l’intensità di corrente sulla linea, meno intenso sarà anche il campo magnetico e che l’intensità del campo magnetico decresce in maniera sostanziale al crescere della distanza dal circuito), come possiamo invece tutelarci dalle esposizioni ai campi magnetici derivati dalle fonti interne?

  • Evitare di collocare tutte le apparecchiature elettriche in un ambiente unico, creando una dannosa concentrazione elettromagnetica.
  • Acquisire apparecchi elettrici a norma CE.
  • Schermare gli impianti elettrici dove possibile inibendo l’intensità del campo magnetico generato.
  • Spegnere e scollegare sempre dalla rete elettrica gli apparecchi elettrici quando non sono in uso.
  • Evitare che i soggetti sensibili (bambini, anziani, portatori di pacemaker) siano nelle immediate vicinanze di apparecchiature in funzione.
  • Ridurre i tempi di esposizione dalle apparecchiature e dove possibile mantenere delle distanze adeguate (rasoi elettrici, asciugacapelli e forni microonde emettono elevato campo elettromagnetico cercare quindi di usarli il minor tempo possibile; trasformatori delle lampade alogene,modem, televisori, stereo, computer, radiosveglie e cellulari sono dannosissimi se posizionati vicine alla testa durante le ore notturne; non stare mai a meno di un metro dallo schermo televisivo e dal monitor del computer; evitare il continuo utilizzo del cellulare e possibilmente utilizzare vivavoce o auricolare).

Di seguito si riportano i valori di intensità (misurati in microtesla) del campo magnetico di alcuni elettrodomestici in funzione (da notare quanto i valori si abbattano all’ allontanarsi dallo strumento):

ELETTRODOMESTICODistanza 3 cmDistanza  30 cm Distanza 100 cm
FORNO MICROONDE73 – 2004 – 80,25 – 0,6
LAMPADA FLUORESCENTE40 – 4000,5 – 20,02 – 0,25
TRAPANO400 – 9002 – 3,50,08 – 0,2
ASPIRAPOLVERE200 – 9002 – 200,12 – 2
RASOIO ELETTRICO15 – 15000,08 – 70,01 – 0,03
ASCIUGACAPELLI6 – 20000,01 – 10,01 – 0,03

In forza del progresso tecnologico e dei vari possibili rischi ad esso correlati, l’OMS e altre organizzazioni per la tutela della salute hanno avviato progetti per il monitoraggio. In attesa di più chiari risultati possiamo comunque continuare a autotutelarci per lo meno per quanto riguarda le fonti indoor. 

Erica Dalsass – esperto in interventi di risanamento