Sankt Poelten, 17 mar. (Apcom) – E’ cominciato puntualmente alle
9 al tribunale di Sankt Poelten il secondo giorno di processo al
padre incestuoso austriaco Josef Fritzl. Sarà una giornata
dedicata essenzialmente al proseguimento della visione a porte
chiuse delle testimonianze video della figlia Elisabeth, oggi
42enne, segregata e violentata per 24 anni nello “scantinato
degli orrori” di Amstetten, nella Bassa Austria.
I tre giudici, l’avvocato dell’imputatato, Rudolf Mayer, e
quello delle vittime, assieme agli otto giurati, sono arrivati in
aula scortati poco prima delle 9.
Ieri in apertura del processo, l’ingegnere 73enne – accusato di omicidio, stupro, incesto, sequestro e riduzione in schiavitù – ha tenuto il volto nascosto alle telecamere coprendosi con una cartellina azzurra e non ha risposto alle domande che gli veniva rivolte dai giornalisti accreditati. L’uomo ha riconosciuto i fatti che gli vengono imputati, tranne per l’omicidio e la riduzione in schiavitù. Il test
del dna ha confermato che è il padre dei sei figli avuti dalla figlia Elisabeth, rinchiusa per quarto di secolo in uno scantinato, da quando aveva 18 anni. Un settimo, Michael, è morto subito dopo la nascita e Fritzl ha provveduto a bruciare il corpicino nella stufa. E’ per lui che l’imputato è accusato di omicidio, reato che gli potrebbe costare l’ergastolo.
Oggi Fritzl dovrà nuovamente assistere alle testimonianze della
figlia negli estratti video della sua deposizione che durano
complessivamente 11 ore. La visione della straziante
testimonianza dovrebbe terminare domani o giovedì, secondo la
procuratrice, Christine Burkheiser. Il processo dovrebbe durare
cinque giorni, il verdetto è atteso per il 20 marzo. (fonte Afp)
Cuc/Fcs
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