Autovelox, braccio di ferro tra Salvini e i Comuni: multe a rischio annullamento

Il ministro dei Trasporti chiede trasparenza sui dispositivi, ma senza un decreto di omologazione entro il 12 giugno gli autovelox potrebbero essere disattivati in tutta Italia. In bilico anche la validità delle multe già elevate.

Il tema degli autovelox torna a far discutere e accende lo scontro tra il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, e l’Anci, l’associazione che rappresenta i Comuni italiani. Al centro della contesa, la questione annosa dell’omologazione dei dispositivi e il loro utilizzo: per molti sindaci strumenti di sicurezza stradale, per il governo un potenziale strumento di incasso ai danni degli automobilisti.

Lo scorso marzo, era stato inviato a Bruxelles uno schema di decreto per chiudere i contenziosi sulle multe e regolarizzare i dispositivi, ma il testo, dopo una valanga di polemiche, è stato ritirato. Nel frattempo, il ministero ha chiesto all’Anci un censimento aggiornato degli autovelox fissi e mobili, in particolare quelli installati prima e dopo il 2017, anno chiave per le modifiche normative relative all’omologazione.

Il punto critico è rappresentato dalla scadenza del 12 giugno 2025: secondo un decreto già in vigore, da quella data i dispositivi potranno essere utilizzati solo se preceduti da segnaletica adeguata e se sottoposti a taratura certificata annuale. Tuttavia, in assenza di un decreto di omologazione – che manca da oltre 30 anni – non è possibile rilasciare certificazioni valide. Il risultato? Tutti gli autovelox presenti sulle strade italiane rischiano di dover essere disattivati, e le sanzioni già emesse potrebbero diventare impugnabili.

Una situazione che potrebbe scatenare il caos amministrativo.