Saronno entra nella fase più calda della campagna elettorale. Con il ballottaggio alle porte, Rienzo Azzi, candidato sindaco del centrodestra, lancia un appello accorato alla cittadinanza: andare a votare è un gesto di responsabilità e un’opportunità per incidere davvero sul futuro della città.
Azzi insiste su un concetto chiave: partecipare significa contare. Ma per farlo serve scegliere consapevolmente tra due proposte diverse. Il centrodestra, spiega, punta a offrire strumenti reali di coinvolgimento, a partire dai comitati di quartiere, che rappresenterebbero una novità nel modo di amministrare Saronno. Secondo il candidato, questi organismi permetterebbero ai cittadini di segnalare in modo diretto e trasparente i problemi del territorio e contribuire attivamente alla progettazione dei servizi di zona.
Nel mirino di Azzi finisce l’approccio seguito negli ultimi cinque anni dall’amministrazione uscente, sostenuta da Ilaria Pagani, candidata del centrosinistra: secondo lui, è mancato totalmente il dialogo con i cittadini, che si sono trovati esclusi dalle scelte amministrative. E non risparmia toni critici: “Coinvolgimento zero, ora parlano di discontinuità ma non ne sono capaci”, attacca.
Il confronto con la sinistra diventa anche culturale. Azzi accusa gli avversari di atteggiamenti paternalistici e ideologici, soprattutto su temi come la mobilità: ciclabili progettate senza logica, traffico ignorato, scelte imposte dall’alto in nome di un ambientalismo, a suo dire, scollegato dalle esigenze reali. Il centrodestra, afferma, vuole invece ascoltare la città, senza imporre modelli: “Non diremo mai ai cittadini come devono spostarsi, daremo risposte alle loro necessità, qualsiasi mezzo scelgano”.
Nel finale, Azzi rivendica di rappresentare oggi l’area moderata che in passato aveva sostenuto Airoldi, e sottolinea come la Pagani sia rimasta senza apparentamenti, ricevendo solo l’appoggio dell’estrema sinistra. Per lui, il ballottaggio non è solo una scelta tra due persone, ma tra due visioni di politica: da una parte una sinistra tecnocratica e distante, dall’altra un centrodestra partecipativo, pragmatico e costruito con i cittadini.