Banconote false a Varese Un anno record per i venti euro

VARESE Di soldi in tasca ce n’è sempre meno, e a volte sono pure falsi. Anche nella città giardino il 2011 è stato l’anno dei record per quanto riguarda il numero di banconote false. E il taglio preferito dai falsari ormai è medio piccolo: piace la banconota blu delle 20 euro: utilizzata spesso, anche per piccoli importi, di solito i negozianti non la controllano.Stando a un’inchiesta dell’ufficio antifrode del ministero del Tesoro, l’anno scorso sono state recuperate circa 83 mila banconote false e di queste una su cinque era in circolazione in Lombardia, la regione in assoluto dove il fenomeno sembra più diffuso (16.490 banconote false sequestrate nel 2011), seguita dal Veneto con quasi diecimila pezzi. Inutile dire che in un contesto del genere è la città di Milano il maggiore catalizzatore di denaro contraffatto con quasi ottomila pezzi sequestrati, tanti quanti se ne contano in Lazio, terza regione italiana per numero di banconote false recuperate. Sul podio di questa poco edificante classifica, nell’ordine, Bergamo e Brescia e appena fuori dal podio, al quarto posto, c’è Varese con 1.256 banconote false recuperate dalle forze dell’ordine. Di queste oltre la metà sono in taglio da 20 euro, seguono 179 pezzi da 50 euro e 282 banconote da 100 euro.La stessa indagine segnala anche nel primo semestre di quest’anno il fenomeno risulta ridimensionato del 40%, e in parte si deve

anche ai commercianti che hanno percepito il pericolo prima che l’autorità ne diffondesse i dati e si sono organizzati.Emblematico in questo senso il caso del bar Orchidea di via Albuzzi a Varese, dietro corso Matteotti. «Di solito eravamo abituati a controllare che i soldi fossero autentici a mano, provandoli al tatto e controllando disegni e filigrana in controluce – racconta il gestore del locale, Giorgio Bavo – Poi un giorno mia moglie ha portato l’incasso in banca e l’impiegato le ha rifiutato una banconota da 20 euro perché falsa. Non ce l’aspettavamo». Lo stupore è stato tanto e tale da convincere la coppia ad acquistare una macchinetta per il controllo automatico delle banconote. «Eravamo abituati a verificare le 50 o le 100 euro, ma ai 20 euro di solito non fai caso, li metti in cassa e via. Ora non più – afferma – É una prassi che cerchiamo di applicare anche nei momenti di maggiore ressa, e spesso dobbiamo dare spiegazione ai clienti perché non pensino sia diffidenza nei loro confronti». La perseveranza però paga: «Da quando abbiamo la macchinetta non ci è più capitata neppure una banconota falsa», assicurano all’Orchidea. Sarà che la macchinetta ha un potere deterrente, ma i bar, assieme alle tabaccherie e ai mercati sono i luoghi dove le banconote girano più velocemente, e dunque quelli in cui si sono avute le maggiori segnalazioni.

s.bartolini

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