«Battuta la pubalgia e record a segno. Il mio mondiale? Direi da pieni voti…»

Arianna Castiglioni ha superato i problemi fisici e ora guarda avanti: «Un po’ di riposo, poi sotto con gli Europei»

Era curiosa e smaniosa di misurarsi in vasca corta (25 metri) Arianna Castiglioni, alla vigilia della Coppa del Mondo svoltasi a Berlino nella giornata di ieri e domenica. Aveva detto «È da tempo che non faccio gare in vasca corta e mi stimola parecchio perché vorrei proprio misurarmi sulla velocità oltre a partecipare ad una manifestazione in cui vi è concorrenza ed in vasca ci saranno le migliori». Detto. Fatto. È entrata in finale dei 200 rana, arrivando all’ottavo posto con un 2.28,22.

L’atleta bustocca ha dimostrato di aver ormai superato i problemi fisici che l’hanno tormentata in primavera costringendola ad allenarsi a scartamento ridotto. Anzi, «la pubalgia mi ha impedito di allenarmi a rana, la mia specialità, ed è stato tremendo perché c’erano i mondiali a luglio e volevo a tutti i costi arrivare in condizioni. Insomma non avevo la gambata per la rana e il fastidio non mi lasciava. Per fortuna ora questi problemi li ho superati e adesso sto bene».

A Budapest è arrivato il record italiano sui 50 rana (30,33) la finale sulla medesima distanza e poi la finale nella staffetta mista.

Un cammino che la Gazzetta dello Sport ha certificato con un bel 7 in pagella, ma che «non condivido perché, personalmente, mi sarei data un volto più alto. Penso che la valutazione non abbia tenuto conto di tutto quello che ho passato in primavera e della difficoltà che ho dovuto affrontare per arrivare in condizioni accettabili a Budapest; proprio in virtù di questo mi sembra che anche i risultati ottenuti, appunto il nuovo record italiano, forse avrei meritato qualcosina in più».

Al netto della consolidata determinazione, è un Arianna con il morale ritrovato e di ben altro spirito quando la Provincia di Varese la intervistò nella primavera scorsa, in un periodo in cui occorreva una forte dose di carattere per vedere un punto luce. Lì la pubalgia era una compagna di allenamento indesiderata, ma se la ritrovava appena si metteva in acqua.

La sua capacità di mantenere la concentrazione le ha però consentito di non lasciarsi avvolgere dal nervosismo convinta che prima o poi quella brutta compagna se ne sarebbe andata. Ha vinto Arianna e Budapest ha confermato che l’atleta della Fiamme Gialle è un punto di forza del nuoto italiano femminile. I risultati ottenuti hanno dimostrato continuità di rendimento ad altissimo livello cominciati con la medaglia di bronzo agli Europei 2015 e la partecipazione alle Olimpiadi di Rio dello scorso anno.

Un cammino da applausi proprio in virtù delle difficoltà con le quali Arianna ha dovuto convivere. E non è da escludere che la “regina della rana”, abbia guardato alla dea del nuoto italiano: Federica Pellegrini. Confessa: «È molto stimolante avere davanti una come Federica. Ai mondiali nessuno avrebbe scommesso sulla medaglia d’oro. Eppure lei è riuscita dimostrando di essere ancora forte fisicamente nonostante non sia più giovanissima per questo sport, ma prima di tutto di avere dentro una forza incredibile. Se non sbaglio mi pare che abbia vinto sette mondiali oltre a tutto il resto. Quindi è veramente un punto di riferimento in tutto».

Per lei ancora un impegno nel prossimo weekend a Roma e poi finalmente un po’ di meritato riposo dopo un anno bello tosto. Lo scorso anno, Arianna dovette studiare per preparare la maturità a settembre dopo le Olimpiadi: «Penso che tornerò ad allenarmi a metà settembre per preparare gli Europei in vasca corta». Ma, per andare lunga ovvero alla conquista di qualche record o per salire qualche gradino del podio, «anche se questo non si dice mai».