Palaghiaccio a Beata Giuliana, il quartiere è perplesso sui grandi progetti dell’amministrazione. «Cascina dei Poveri come l’ex Borri?» il paragone irriverente ma non troppo di , tra i promotori del comitato di quartiere. Una prima buona notizia però c’è: finalmente hanno tagliato l’ambrosia attorno allo “scheletro” del palaghiaccio.
Mentre giovedì in città si faceva un gran dibattere sull’illustrazione dell’assessore ai lavori pubblici a proposito del completamento del campus sportivo tra il Sempione, via Minghetti e viale Stelvio, la mattina successiva tra gli abitanti di Beata Giuliana si diffondeva ben altra notizia sorprendente: «Stanno tagliando l’erba attorno al palaghiaccio».
Sì, perché proprio nell’area recintata in cui lo “scheletro” di cemento e legno attende da tempo risposte sul suo destino è comparsa una squadra di operai dell’Agesp per sfalciare l’ambrosia che cresceva abbondante sopra gli ammassi di terra da riporto abbandonati da anni, come succede puntualmente tutte le estati da quando il cantiere è aperto. Lo stesso capogruppo del Pd , nell’esprimere tutte le sue perplessità sui progetti dell’amministrazione, chiedeva che «tra un sogno e l’altro quantomeno si riuscisse a far sparire l’ambrosia».
Stavolta è davvero successo, con lo sfalcio lungo i lati del Sempione e di via Minghetti. Che sia davvero un segno di svolta, per una struttura che in passato era stata ribattezzata proprio “pala-ambrosia”? A Beata Giuliana per ora vanno con i piedi di piombo. Questo improvviso fiorire di mega-progetti nel quartiere non sembra finora aizzare le folle, ma suscita soprattutto perplessità e incredulità.
«Se tutto questo vociare almeno porta attenzione sul quartiere facendo sì che qualcuno si senta in dovere di sistemare ciò che non va, che parlino pure» sostiene Alex Gorletta, giovane abitante di Beata che fa parte del direttivo dei Giovani Democratici ma che è anche tra i promotori del comitato di quartiere, che nei prossimi giorni si riunirà per discutere della vicenda.
«Tanto chiacchierare per una struttura che è ferma da mesi e tanti progetti per aree che nessuno ha nemmeno mai curato per anni – i dubbi di Gorletta – come la Cascina dei Poveri, lasciata crollare senza che nessuno se ne preoccupasse, mentre ora è al centro di chissà quali progetti ambiziosi. Il paragone con l’ex calzaturificio Borri mi sembra evidente». Eppure , attivissimo in parrocchia a Beata Giuliana, da presidente della commissione opere pubbliche e già delegato dal sindaco per seguire la vicenda del palaghiaccio assicura: «Questa è la strada che l’amministrazione ha imboccato. Struttura da chiudere sui quattro lati, gestione affidata ai privati tramite bando e subito i lavori per la realizzazione del parco». Almeno quello rimarrà ai “beatini”.
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