Berlusconi di nuovo in campo il 9 marzo «Opposizione a 360°» e fittiani all’angolo

Il leader di Forza Italia ha riunito ieri i suoi parlamentari dettando la linea politica. «Sul Nazareno è colpa mia, ora si cambia». Ai frondisti: «Un loro partito all’1,3%»

«Dal 9 marzo sarò in campo, sono sicuro che sarete in campo con me». Questa la frase cardine di tutto il discorso fatto da Silvio Berlusconi durante la riunione con i gruppi di Forza Italia alla Camera. Il vertice, che era stato convocato per fare il punto sulle riforme e sulla situazione interna al partito, si è trasformato in un one man

show con un Berlusconi protagonista come non capitava da tempo. La fine prossima dell’affidamento ai servizi sociali, grazie allo sconto di pena di 45 giorni per buona condotta, galvanizza l’ex Cavaliere, che sembra pronto a tornare in campo. Non senza aver prima saldato tutti i conti, interni al partito o con alleati più o meno ufficiali, dalla Lega al Pd di Renzi.

«Oggi non è il momento delle recriminazioni e dei processi sommari. La linea politica seguita fin qui era la mia linea politica. Se c’è una responsabilità è mia», ha esordito il leader azzurro, giunto ormai al termine della pena che sta scontando per la condanna per frode fiscale subita nel processo Mediaset.
L’ex Cavaliere ha ieri invertito la rotta: «Non accetteremo più di votare per tutte quelle parti che avevamo accettato solo per amore di un disegno più ampio e più importante. Valuteremo cosa approvare e cosa cercare di cambiare e alla fine del percorso, valutato come il nostro contributo sarà stato recepito dalla maggioranza, decideremo come comportarci al voto finale. E così faremo anche sulla legge elettorale», ha detto l’ex premier ai suoi gruppi parlamentari.
«La proposta di Renzi, di un dialogo sulle istituzioni – si legge nel documento che Berlusconi ha presentato ai suoi – poteva essere la strada per uscire da quella guerra civile strisciante che ha avvelenato l’Italia negli ultimi venti anni. Avevamo condiviso quel ragionamento teso a costruire un bipolarismo, anzi, un bipartitismo maturo». «Purtroppo il Pd ha voluto interrompere questo percorso, confermando – ha aggiunto – di considerare le istituzioni come cosa propria e non patrimonio di tutti, un patrimonio da usare a proprio vantaggio».

Il redivivo Berlusconi ha voluto mettere i puntini sulle “i” anche con le correnti interne, in particolare con i deputati e i senatori “fittiani”, che hanno disertato la riunione dei gruppi parlamentari. «Se Fitto se ne va e fa un suo partito arriva al massimo all’1,3 per cento, mentre Ncd separato dall’Udc è fermo all’1,6 per cento», ha sottolineato il leader azzurro, che ha anche paventato l’ipotesi di sospendere per tre mesi i frondisti dal partito. Solo la mediazione dell’ex direttore del Tg1, Augusto Minzolini, che si è offerto di fare da paciere, ha impedito la frattura definitiva.

«Continueremo ad appoggiare ciò che delle riforme riteniamo utile per il Paese», ha concluso Berlusconi prima di spronare i suoi a farsi promotori di «quelle decisioni che questo governo sembra incapace di prendere, mentre l’Italia resta in stagnazione e all’orizzonte non c’è alcuna ripresa. Oggi torniamo ad esercitare a pieno titolo il nostro ruolo di opposizione a 360 gradi».