Tripoli, 31 ago. (Apcom) – Una “politica vera di integrazione”
passa per il rigore. Il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi giustifica così la politica dei respingimenti, nella
giornata in cui l’ennesimo gommone di disperati (75 africani, fra
cui 15 donne e tre minori) è stato intercettato a sud di Capo
Passero e poi riaccompagnato verso Tripoli dalla Guardia di
finanza. Berlusconi parla proprio dalla Libia, dove ha trascorso
ospite di Muammar Gheddafi il Giorno dell’amicizia italo-libica,
primo anniversario del Trattato di amicizia fra i due Paesi.
La gestione dei flussi migratori che passano per il territorio
libico e approdano in Italia è uno dei punti principali
dell’intesa, ma Berlusconi preferisce soffermarsi sulla condotta
italiana piuttosto che bacchettare l’alleato libico: “Se vogliamo
procedere a una politica vera di integrazione – dice – dobbiamo
essere rigorosi per non aprire l’Italia a chiunque”.
A queste parole risponde, a distanza, il candidato alle primarie
del Pd Ignazio Marino. “Mi rifiuto di credere – commenta dalla
Festa nazionale del partito a Genova – che un paese democratico
debba cacciare con le navi militari i barconi, senza sapere se a
bordo ci sono donne incinte o bambini come pare ci fossero in
questo ultimo respingimento. Questa non è la nostra politica”
osserva Marino.
Il centrodestra invece fa quadrato intorno al premier, con il
ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi che
rimarca che “le politiche dell’immigrazione sono in linea con
l’Europa”, e l’ex sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver
secondo cui Berlusconi “ha perfettamente ragione, perché è un
diritto-dovere difendere le proprie frontiere”.
Per il resto, quella di Tripoli è stata una giornata molto
intensa. Le celebrazioni per l’amicizia italo-libica e il
Trattato del 30 agosto 2008 a Bengasi sono iniziate in mattinata
con un convegno sulle relazioni commerciali e culturali, e
l’inaugurazione di una mostra da parte del presidente della
commissione Esteri del Senato Lamberto Dini che ha suscitato
qualche critica per la dura rappresentazione del passato
coloniale.
Berlusconi, arrivato nel pomeriggio, è stato ricevuto dal primo
ministro Baghdadi Mahmoudi e dal ministro degli Esteri Mussa
Kussa. Poi ha avuto un cordiale colloquio con il Colonnello,
principalmente su temi di politica estera, prima di presenziare
con Gheddafi alla posa della prima pietra dell’autostrada che
sarà finanziata con parte dei risarcimenti previsti dall’accordo
bilaterale (in tutto 5 miliardi di dollari in 20 anni).
Nella località di Shabit Jfarai, a 45 chilometri da Tripoli, i
due leader sono stati accolti da grida berbere, cavalli del
deserto e inni alla ‘Rivoluzione verde’ il cui 40esimo
anniversario sarà festeggiato il 1 settembre. Fra la folla di
libici e italiani anche diversi esuli e fan del premier, che
urlavano “Bravo Silvio, hai fatto una grande cosa”. Berlusconi ha
parlato di “un’impresa storica che servirà alla pace, collegando
fra loro tutti i Paesi del Maghreb”: dalla Tunisia all’Egitto
passando per il litorale libico, l’autostrada a tre corsie sarà
lunga 1.700 chilometri con 203 ponti e 30 uscite.
Berlusconi e Gheddafi hanno anche visitato insieme il vagone di
un treno realizzato dalla Ansaldo Breda, prima di raggiungere il
centro di Tripoli che è stato sorvolato dalle Frecce Tricolori
con una fumata verde, bianco e rossa. Con il tramonto, il digiuno
del Ramadan è stato interrotto da una preghiera in cui Gheddafi è
stato raggiunto anche dagli altri leader del Continente, che
domani si riuniranno con lui per un vertice dell’Unione Africana.
L’Iftar, la cena di fine-digiuno, si è svolta in un tendone in
mezzo a un prato sul lungomare della capitale libica. Prima della
partenza del Cavaliere, Berlusconi e Gheddafi hanno pasteggiato
con cous cous e carne di montone, fianco a fianco, circondati
dagli altri capi di Stato e di governo. Ad allietarli, un gruppo
di canti e danze popolari di Agrigento, mentre tutto intorno nel
parco festeggiavano centinaia di italiani fra accademici,
imprenditori, esuli e qualche volto noto, da Marta Marzotto a
Paola Iezzi.
Spr/Ral
302127 ago 09
MAZ
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