Bimba morta in Autolaghi Indagato l’automobilista

ORIGGIO Omicidio colposo. E’ questa l’accusa dalla quale il giovane ticinese di 28 anni, responsabile della morte della piccola Stefany, dovrà ora difendersi.

La Procura di Busto Arsizio ha infatti aperto un fascicolo nei suoi confronti per accertare l’esatta dinamica dell’incidente avvenuto lunedì sera sulla A9 Lainate Como Chiasso, all’altezza di Origgio, che ha portato alla morte della bambina di otto anni, residente a Fino Mornasco, in provincia di Como.

Oggi verrà fatta l’autopsia sul corpo della bimba. Le indagini degli inquirenti dovranno stabilire cosa accadde, di preciso, in quella tragica notte e quali fossero, in quel momento, le condizioni del giovane residente a Lugano Paradiso.

Subito dopo l’incidente, sottoposto in ospedale al test dell’etilometro, il giovane è stato trovato al di sopra del limite consentito per mettersi alla guida. Il tasso di alcool nel sangue sarebbe stato al di sotto degli 0.8 milligrammi per litro, ma sopra la soglia massima di 0.5. Secondo gli inquirenti l’incidente potrebbe essere stato causato anche dall’alta velocità a cui andava l’Audi A4 guidata dal ragazzo ticinese. Lo scontro è avvenuto lunedì sera attorno alle 21.15. La bimba si trovava in macchina con il padre, il fratellino di cinque anni e una zia.

Fino Mornasco attende i funerali della piccola Stephany. La data dei funerali è attesa in giornata, il parroco don Pierino Riva fa sapere che le esequie si terranno di certo nella chiesa di Santo Stefano.

La famiglia Agjemang frequentava la comunità dei padri comboniani di Rebbio: «Venivano qui tutte le domeniche i genitori con la bimba e il fratellino, per la messa dedicata ai ghanesi».

Dal cuore del paese, in via Raimondi dove la famiglia risiede, le frasi dei vicini di casa sono commosse. «È terribile, li incontravo tutti i giorni e i bimbi mi salutavano tutte le volte sorridendo, abito proprio a due passi», racconta Lucia Bionda. Rosa Tedino abita nella stessa corte in cui viveva Stephany: «Sono davvero dispiaciuta, li conosco da tanto e sono proprio brava gente». In paese sono in tanti a conoscere papà Anthony e mamma Gioia. La zia e il fratellino di 5 anni dopo l’incidente sono stati ricoverati al Sant’Anna di Como, lo stesso ospedale nel quale Gioia lavora per un’impresa di pulizie.

e.marletta

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