BUSTO ARSIZIO I militari della Guardia di finanza di Busto hanno scoperto un’evasione dell’Iva nel settore del commercio di oro usato per oltre 300 mila euro e violazioni alle norme antiriciclaggio e di Pubblica sicurezza.
Per i finanzieri si tratta di un fenomeno sempre più diffuso nel commercio dell’oro usato: per non addebitare l’Iva al momento della rivendita dei gioielli e preziosi usati, si cedono i beni acquistati dichiarandoli come rottami d’oro, cioè come beni inservibili che, perdendo la loro funzione di ornamento, sono destinati esclusivamente alla fusione.
I militari hanno dimostrato come l’oro nel negozio fosse rappresentato esclusivamente da gioielli e preziosi, nella stragrande maggioranza dei casi privi di difetti tali da renderli inservibili e farli considerare meri rottami.
I finanzieri, inoltre, hanno eseguito il riscontro fisico delle giacenze dell’oro e successivamente, confrontandole con quelle contabili, hanno verificato una quantità effettiva inferiore di oltre 10 Kg rispetto a quello che formalmente risultava in negozio, contestando quindi cessioni, in evasione d’imposta, quantificate – a prezzi correnti – in oltre 236.000 euro. È stata anche riscontrata l’omessa annotazione di diversi acquisti nel registro di Pubblica sicurezza.
Il controllo, infine, ha scoperto che 81 persone, sulla scorta di quanto rilevato dal registro di Ps tenuto dall’imprenditore e dell’analisi eseguita su tutte le operazioni, risulterebbero destinatari di somme contanti superiori al limite stabilito dalla normativa antiriciclaggio, per un totale complessivo di oltre 200.000 euro.
e.marletta
© riproduzione riservata