«Abbiate la forza di seguire i vostri sogni». Questo il messaggio che, tastierista e voce dei Subsonica, ha rivolto ieri agli studenti dell’Isis “Ponti” del liceo scientifico “Da Vinci”.
L’artista è stato protagonista di un incontro inserito nell’ambito del programma della “Settimana della scienza”. Del resto, non si poteva scegliere testimonial migliore per spiegare ai ragazzi la bellezza del volo.
Oltre ad essere un musicista e uno scrittore, un dj e un produttore che ha lavorato con artisti internazionali come Skin e Tricky, Boosta è anche un pilota. Nel 2006, infatti, si è iscritto alla scuola di volo “Air Vergiate” ed ha conseguito il brevetto di pilota privato. E ieri ha raccontato la sua storia agli studenti.
All’improvviso il blocco
«Io ho cominciato a fare il musicista a sei anni, perché i miei genitori mi hanno costretto a studiare pianoforte. O meglio, io ho voluto cominciare: dopo venti minuti mi ero già rotto le scatole, ma mi hanno fatto continuare», ha spiegato. Raggiunti i quindici anni «ho capito che avrei potuto fare questo mestiere per sempre».
E sono ormai vent’anni che calca i palcoscenici di tutta Europa. Una carriera folgorante, fino a che una decina di anni fa qualcosa si è rotto. «Ho smesso di volare», ha raccontato, «avevo paura e per due anni e mezzo non ho mai preso un aeroplano».
Il che non è grave per un comune mortale. Ma per un’artista che gira l’Europa per suonare, trovandosi a esibirsi in due luoghi che si trovano a centinaia di chilometri l’uno dall’altro magari a distanza di 24 ore, è una prospettiva quantomeno complicata.
«In una stagione ho percorso 112mila chilometri in auto. E vi assicuro che fare tutta questa strada in sei mesi è davvero una rottura». A quel punto «ho scelto di prendere il toro per le corna e ho bussato alla porta di una scuola di volo. Dicendo: io ho paura di volare, mi aiutate ad imparare?».
Il messaggio forte e chiaro
Conseguire il brevetto non è stato semplice. «L’esame di teoria l’ho dato il giorno dopo una serata, guidando per 200 chilometri durante la notte». Ma alla fine il diploma è arrivato. «Lo stereotipo vuole che il musicista sia un po’ libertino, ma volare mi ha dato molta disciplina».
E soprattutto ha alimentato un nuovo sogno: «Adoro il mio lavoro e voglio continuare a farlo. Però una parte di me pensa che un giorno, da grande, farò il pilota».
Ed è questo il messaggio positivo che Boosta ha voluto regalare ieri mattina agli studenti gallaratesi: «Per realizzare un sogno bisogna un po’ farsi il culo. Però sappiate che c’è spazio per fare un sacco di cose, dovete solo tenervelo stretto, questo sogno, avere la forza di inseguirlo. E anche se doveste fallire, lungo la strada potreste fare degli incontri piacevoli».
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