MILANO – Storia, cultura, arte, sapori antichi, tradizioni popolari e valori che non passano con il tempo. Sono i tratti inconfondibili dei numerosi piccoli borghi distribuiti in tutta la Lombardia di cui la provincia di Varese è particolarmente ricca. Di questo prezioso patrimonio abbiamo voluto parlare con Giacomo Cosentino, valgannese classe 1987, oggi Vice Presidente del Consiglio regionale alla guida del movimento civico Lombardia Ideale, che proprio nel Varesotto ha mosso i primi passi e dove si è particolarmente radicato.

Vice Presidente Cosentino, la Lombardia vanta un grande patrimonio storico e culturale rappresentato dai suoi tanti piccoli borghi, molti dei quali appartengono al suo territorio. Che importanza hanno in termini di identità locale e attrattività turistica?
Spesso si tende a identificare la nostra regione con la sua ben nota dimensione economica, una cultura del lavoro unica, le capacità di migliaia di piccole e medie imprese, un tessuto produttivo che la colloca tra i quattro grandi “motori d’Europa”. Questo è motivo di grande orgoglio e responsabilità, ma ricordiamoci anche che la Lombardia è anche un territorio bellissimo. Paesaggi meravigliosi fatti di montagne, valli, distese verdi, laghi e fiumi. In tutto ciò sono incastonati dei gioielli straordinari, quegli incantevoli borghi che ci raccontano la storia plurisecolare delle nostre comunità, ci regalano la magia di scorci senza tempo e ci mostrano eredità artistiche che non sappiamo nemmeno di avere. Nel Varesotto, dal nord al sud della provincia
ci sono tanti luoghi così, ognuno unico a modo suo. Penso a Ganna, dove ho la fortuna di abitare, a Maccagno, Brinzio, Curiglia con Monteviasco, ai ‘borghi dipinti’ Marchirolo, Arcumeggia, Boarezzo, Peveranza, Runo e San Fermo, a perle come Angera con la sua Rocca, alle meraviglie quattrocentesche di Castiglione Olona e Gornate con il Monastero di Torba, complesso monumentale longobardo, oggi parte di un parco archeologico patrimonio mondiale dell’UNESCO. Un elenco davvero infinito di bellezze mozzafiato, che danno lustro al nostro territorio e attraggono un numero sempre maggiore di turisti da tutto il mondo. Dobbiamo continuare a custodire gelosamente questo inestimabile patrimonio per tutto quello che rappresenta e anche, restando su concetti più ‘materiali’, per l’indotto economico che genera.

In questi anni, quali interventi ha messo in campo Regione Lombardia in termini di tutela, valorizzazione e promozione dei borghi?
Innanzitutto, è stato fatto qualcosa di fondamentale promuovendo diverse azioni affinché i piccoli borghi, al pari di tante “aree interne”, continuassero a vivere o rinascessero, in quanto parliamo di centri abitati piccoli o piccolissimi minacciati dal fenomeno dello spopolamento. Senza le persone, senza i valori che le comunità conservano e trasmettono, queste realtà non potrebbero essere ciò che sono e non riuscirebbero a ricevere l’abbraccio del turismo. Per questo, grazie anche agli investimenti di imprenditori del territorio e la collaborazione degli amministratori locali, tante famiglie sono rimaste e hanno contribuito a generare quell’ospitalità diffusa che è parte dell’eccellenza lombarda. A livello di misure finanziarie già nel 2021 la Regione ha stanziato una cifra pari a 60 milioni di euro, più altri 7 milioni successivi, nell’ambito di un bando specifico rivolto agli enti locali per la valorizzazione del territorio e dei borghi storici, di cui hanno beneficiato ben 83 Comuni lombardi. Un sforzo massiccio per valorizzare i nostri piccoli centri e renderli più attrattivi, in un’ottica di turismo culturale, attraverso interventi su aree e immobili di interesse pubblico. Una misura che in provincia di Varese riguardò Casalzuigno, Laveno Mombello, Castiglione Olona, Gorla Maggiore e successivamente Angera. Più recentemente la Regione, grazie a fondi PNRR arrivati dal Ministero della Cultura, ha promosso un’importante misura dedicata all’attrattività dei borghi che ha assegnato complessivamente alla Lombardia oltre 54 milioni di euro, di cui più di 35 milioni per 28 progetti locali di rigenerazione culturale e sociale – coinvolti tra gli altri i Comuni di Besano e Bodio Lomnago – e 19 milioni per le risorse destinate al sostegno alle imprese (174 le aziende lombarde interessate). Una misura di grande valore che andrà a compimento nel 2026. E’ inoltre in corso l’attività per raccogliere candidature da parte degli enti locali ad essere riconosciuti quali Borghi custodi del Patrimonio Musicale Lombardo e dei Lombardi, come previsto dalla Legge Regionale 5/2025. A tutto ciò si sono giunte le numerose iniziative dei nostri assessorati al Turismo e alla Cultura che hanno contribuito concretamente a promuovere eventi, festival e mostre e manifestazioni capaci di valorizzare e promuovere le attrazioni, le bellezze artistiche e le meraviglie storiche dei nostri magnifici borghi. Per quanto riguarda in particolare l’ambito culturale va riconosciuto il lavoro dell’assessore Francesca Caruso, che dimostra sempre grande sensibilità e competenza.

Lei si è speso in prima persona per risolvere la difficile situazione della funivia di Monteviasco, che era ferma da anni per un tragico evento e che vedeva lo splendido borgo della Val Veddasca tagliato fuori da ogni collegamento, con grandi disagi per gli abitanti e grave danno in termini turistici. Come si è arrivati all’agognata riapertura dell’impianto?
Mi conceda un pizzico di emotività nella risposta: non dimenticherò mai la giornata del 27 settembre scorso, quando è ufficialmente ripartita la funivia e ho partecipato al viaggio inaugurale. Erano sette anni che aspettavo quel momento, sette anni di lavoro per un obiettivo a cui, a un certo punto, eravamo rimasti in tre o quattro persone a crederci ancora. Ricordo che, già dopo un mese dalla tragedia che ha causato il fermo dell’impianto, abbiamo provveduto a stanziare le risorse necessarie per coprire i costi di servizio e finanziare tutti i lavori utili, in totale circa 400.000 euro di contributi regionali. Purtroppo, lungo questo percorso, si è verificato un susseguirsi di complicazioni incredibili che ci hanno portati ad affrontare prove che avrebbero potuto facilmente vanificare i nostri sforzi. Ma non ci siamo mai persi d’animo, nonostante critiche quantomeno ingenerose e comprensibili momenti di sconforto, e con un lavoro di squadra sincero e costruttivo direi che ce l’abbiamo fatta. Lo meritava Monteviasco, tutto il territorio, quanti ci hanno sostenuto e aiutato. E abbiamo restituito ai turisti, soprattutto a chi non lo ha mai visitato prima, la possibilità di godere di un’esperienza straordinaria. In proposito, vorrei spendere due parole per un appello ai visitatori, specie agli “occasionali”: abbiate il massimo rispetto del luogo, comportandovi adeguatamente e lasciandolo pulito, come è giusto fare con i beni più preziosi di tutta la comunità.

Su questo tema è ovviamente impossibile non parlare del Sacro Monte di Varese, che appartiene al gruppo dei nove Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia inseriti nel 2003 dall’UNESCO nei patrimoni mondiali dell’umanità. Anche lì un piccolo borgo splendido che ha risentito per troppo tempo dell’inattività della storica funicolare. Come si è mossa la Regione per ripristinare un servizio così importante?
Anche in questo caso è stato un lavoro lungo e difficile, anche perché l’ambito di intervento non era di competenza esclusiva di Regione Lombardia. E’ bene ricordare che la funicolare è di proprietà del Comune di Varese, che, specie nei primi mesi di sospensione del servizio, ha fatto ben poco. Inoltre fino a febbraio 2022, non era nemmeno nel sistema del Trasporto Pubblico Locale. Durante la mia prima legislatura da consigliere regionale, la Giunta Fontana ha approvato appena tecnicamente possibile, ad ottobre 2022, una delibera che prevedeva lo stanziamento di 1,5 milioni di euro per finanziare l’opera di riqualificazione dell’impianto, che l’amministrazione Galimberti aveva chiuso nel dicembre 2021. Finanziando per intero i lavori di manutenzione straordinaria, la Regione ha dato a tutti una bella lezione di buon governo e impresso una spinta decisiva alla riapertura, avvenuta nell’estate del 2023, dopo l’ingresso di un nuovo importante gestore e nonostante le ormai note lungaggini di Palazzo Estense. Anche in questo caso abbiamo dovuto affrontare un percorso tortuoso, ma siamo riusciti a raggiungere il risultato di far riattivare un servizio di grande rilevanza per i varesini e per i turisti che consente di accedere in modo virtuoso e suggestivo al sito Unesco, fiore all’occhiello della Lombardia.













