Boschi già autunnali Colpa della vespa cinese

Se volassimo sopra i boschi della Lombardia, dall’arco alpino fino alla pianura Padana, noteremmo delle inconsuete e innaturali zone di color marrone.

Il verde dei raggruppamenti di castagni si sta trasformando in foglie secche e gialle. La colpa, ma non totalmente, è di una particolare specie di vespa chiamata Cinipide e arrivata dalla Cina. Questa vespa depone le sue uova nelle gemme formando tipiche galle e, riducendo la superficie fotosintetizzante, annulla la produzione dei frutti e causa gravi danni al ciclo vitale della pianta.

La sua comparsa in Italia risale a metà degli anni 2000, quando, nel basso Piemonte s’iniziò a notare il fenomeno a studiarlo e a combatterlo. Dal 2008 la vespa cinese è arrivata anche in Lombardia, estendendo la sua presenza nei boschi dell’arco alpino e prealpino, attaccando i castagneti delle principali aree protette come il Parco Ticino e il vicino parco del Campo dei Fiori.

Nella nostra zona è in corso una grande campagna di disinfestazione che ha impegnato Regione, Provincia, l’Ente del parco varesino.

«La prima documentazione del Cinipide e dei rimedi usati per sconfiggerlo risale al secondo dopo guerra» spiega Marco Pistocchini, tecnico forestale del parco Campo dei Fiori. «I giapponesi importarono dalla stessa Cina –zona d’origine dell’insetto infestante- il suo l’antagonista naturale, il Torymus sinesis, un parassitoide che si nutre delle larve della vespa danneggiatrice dei castagni». «E’ il rimedio che stiamo utilizzando adesso per curare le nostre piante, attraverso il rilascio sul territorio dell’antagonista naturale».

«Il Cinipide – aggiunge il tecnico forestale – ha colpito alberi già debilitati da malattie come il cancro alla corteccia, dalle patologie alla superfice fogliare e dalla trascuratezza umana».

«Nella zona in cui si registra ll’epicentro del problema, in Piemonte e in Liguria, si sono ottenuto degli ottimi risultati – spiega ancora il dottor Pistocchini – e crediamo che in circa otto anni si riuscirà a risolvere il problema anche qui».

Già, perché una volta immesso il Torymus per debellare il Cinipide, i due insetti danno vita ad una guerra naturale che raggiunge un equilibro tipico degli organismi che vivono in simbiosi, annullando gli effetti critici della massiccia presenza del secondo animale.

«“Nel 2013 abbiamo eseguito più di 17 rilasci di Torymus ogni 10 km per un totale di circa trenta dal 2011 – prosegue il tecnico – il Ministero dell’agricoltura ha stanziato un milione di euro che la Regione sta utilizzando con buonissimi risultati.

In quest’ultimo periodo oltre alla lotta, che rimane il rimedio più efficace- conclude Marco Pistocchini – si sta tentando un recupero di, attività tipiche delle nostre zone montane, come la creazione di castagneti, veri e propri frutteti nei quali queste piante possono essere curate e mantenute in salute». Michel Andreetti

© riproduzione riservata