Boxe sul grande schermo: attrazione infinita

Sabato 21 marzo verrà presentato alla libreria Feltrinelli di Varese il nuovo libro di Alessandro Leone, intitolato “Corpo da ring – La boxe immaginata al cinema”

Il rettangolo sta al quadrato come il cinema sta al ring. In una geometria liquida, dove un campo attrae l’altro e sconfina nell’altro, con forza, fascino, dramma ed ironia. É la storia di una passione folgorante che dura ormai da oltre un secolo. Una storia d’amore, quella tra guantoni e pellicola, raccontata dal regista e critico cinematografico varesino Alessandro Leone in «Corpo da ring – La boxe immaginata al cinema», il nuovo libro edito da Falsopiano che sarà presentato sabato pomeriggio alle 17.30 alla libreria Feltrinelli di via Aldo Moro con la complicità di Mauro Gervasini.

«Non sono un pugile. Nella boxe mi ci sono trovato dentro quasi per caso». Questa la prima frase del libro: «Una precisazione necessaria» spiega l’autore che ha incontrato il mondo del pugilato qualche anno fa, quando ha iniziato a lavorare al documentario «La via del ring», per la regia di Daniele Azzola. «Come sceneggiatore sapevo di dovermi confrontare con un immaginario e un’estetica che precedevano il mio lavoro quindi, assieme al regista, abbiamo iniziato a cercare e visionare film e materiale vario», racconta Alessandro Leone. «Ho scoperto molti elementi che non conoscevo e mi sono appassionato, tanto che ho dovuto continuare la mia ricerca anche dopo l’uscita del nostro film», continua raccontando di aver visto centinaia di pellicole, le più disparate.
Ed ecco quello che è emerso: «Ho scoperto che la boxe è lo sport più praticato dal cinema e i primi incontri tra questi due mondi che condividono l’ambizione di essere metafore di vita risalgono addirittura al 1894, ai primissimi esperimenti di quella che diventerà la settima arte».

Le informazioni sono tantissime e mentre Leone collabora con la rivista boxering web, sente l’esigenza di metterle in ordine: un libro? Perché no? «Sono partito proprio da un’idea fissa per le persone che lavorano nel pugilato, quella di uscire dalla nicchia», spiega Leone, che nel suo libro affronta l’argomento sotto tanti punti di vista, attraversando i diversi generi, dal dramma alla commedia, evidenziando i mille ponti e le mille connessioni tra i due mondi, quello del ring e quello del cinema, che si sono mescolati più di una volta, con attori che imparano a tirare pugni e pugili che diventano attori.
O testimoni, come nel caso di questo libro, dove non mancano citazioni di alcuni pugili incontrati da Leone durante le riprese del documentario «La via del ring», tra cui anche i nostri campioni della palestra Lauri di viale Borri.
«Il libro è un viaggio nonviolento in 120 anni di rappresentazione del pugilato nel cinema, dall’epoca del muto ai giorni nostri – spiega l’autore e regista – Un percorso che incrocia i generi cinematografici dal musical al noir. Si contamina con il fumetto e racconta su grande schermo le vite di personaggi sportivi del calibro di Carnera, Graziano, La Motta e Alì». Hitchcock, Chaplin, Keaton, Walsh, Robson, Wise, Scorsese, Hill, Eastwood, Howard, Mann sono solo alcuni dei grandi cineasti che hanno visto nella boxe simbologie e componenti drammaturgiche sufficienti a rendere ogni racconto metafora di vita: «Il sacrificio, il bisogno di emergere dalla povertà, gli ostacoli da superare, migliorarsi, vincere le proprie paure». Un mondo tutto da leggere, pieno di eroi e di fascino.