Brugherio, ultima lavatrice Candy: lo stabilimento diventa hub logistico

Lo stop alla produzione segna la fine di un simbolo industriale italiano. Il marchio continuerà sotto il colosso Haier.

Dopo otto decenni di produzione, si chiude un capitolo fondamentale della storia industriale italiana: oggi, 30 giugno, esce l’ultima lavatrice Candy dallo stabilimento di Brugherio (MB). A partire da domani, il sito non sarà più una fabbrica, ma un centro logistico del gruppo cinese Haier, che ha acquisito il marchio nel 2018.

Tra le voci che raccontano questo passaggio, c’è quella di Marilena Rizzo, originaria di Matera e dipendente da 24 anni. “Il rumore, i macchinari, gli operai: quel primo giorno non lo dimenticherò mai”, ricorda. “All’inizio era tutto nuovo. Avevo sempre fatto stagioni negli alberghi, poi quella chiamata alla Candy. In poco tempo, siamo diventati una famiglia.”

Dal passato al futuro: la transizione dello stabilimento

Non mancano nostalgia e amarezza, ma anche consapevolezza. “Mi sento fortunata, questa azienda mi ha dato stabilità. Ci sono stati momenti difficili, ma anche tante soddisfazioni. Ora siamo rimasti in pochi, ma i legami si sono rafforzati. Il cambiamento non mi spaventa.”

Il piano di trasformazione prevede un investimento di 8,3 milioni di euro per convertire lo stabilimento in un hub strategico per i servizi post-vendita, la logistica e la rigenerazione degli elettrodomestici destinati all’Europa. Su 160 dipendenti, circa 110 saranno ricollocati nel nuovo assetto.

Il 26 giugno l’azienda ha incontrato sindacati, Regione Lombardia, Assolombarda e Ministero del Lavoro per illustrare il piano di transizione e discutere le misure di supporto, tra cui il prolungamento delle uscite volontarie e l’uso di ammortizzatori sociali.

Un marchio che resta centrale

Candy, marchio simbolo dell’industria brianzola, continuerà a essere un pilastro della strategia europea di Haier. L’azienda ha confermato nuovi investimenti per valorizzare il brand, che rappresenta oggi il 40% del fatturato europeo. Il legame con il territorio resta, ma cambia forma. E in molti, come Marilena, lo vivono con la dignità di chi ha contribuito a costruirne la storia.