Brugnoli batte i pugni «Non si approfitti di noi»

Non ha iniziato leggendo il suo tradizionale discorso ieri Giovanni Brugnoli presidente dell’Unione Industriali varesina all’assemblea annuale dell’associazione che si è tenuta a MalpensaFiere: ma è partito «battendo i pugni» come ha sottolineato lui stesso.

Con un fuori programma: «Qui oggi ci sono gli imprenditori che hanno tenuto duro, quelli che c’è l’hanno fatta, quelli che hanno saputo cambiare pelle, quelli che hanno preso in mano la loro valigetta e sono partiti alla ricerca di nuovi mercati, quelli che hanno cambiato i loro processi. Oggi però qui mancano tutti coloro che non sono potuti venire perché in questi anni hanno chiuso i battenti».

Tanti hanno tenuto duro in questi anni, testa bassa e duro lavoro, anni di sacrifici comuni e di lotta quotidiana: «E oggi ci chiediamo: ma ne vale la pena?» ha chiesto Brugnoli alla platea di quasi 800 imprenditori che ha ascoltato in silenzio le sue parole.

«Certo che ne vale la pena, ma oggi vogliamo un po’ lamentarci», ha risposto Brugnoli «perché ogni tanto ci sta».

Gli imprenditori non vogliono arrendersi, non è nel loro stile «l’impresa regge la società – ha ricordato il presidente di Univa – e siamo ancora disponibili a metterci del nostro, ma si eviti di mettere troppo alla prova questa nostra disponibilità».

“Traiettorie: costruire insieme il futuro” era il titolo dell’assemblea che ieri ha portato a Malpensafiere non solo imprenditori, ma anche politici, autorità e tutte le più alte cariche del territorio: «Viviamo un cambiamento profondo della realtà economica – ha dichiarato Brugnoli – negli ultimi quindici anni abbiamo vissuto l’onda lunga della globalizzazione, un’accelerata trasformazione delle tecnologie».

E nello stesso tempo le imprese hanno vissuto i tempi più bui della storia economica e le trasformazioni più grandi a livello globale: «E noi, l’Italia, come abbiamo risposto?» ha chiesto il presidente di Univa «dal 2000 a oggi abbiamo avuto nove Governi con sette diversi presidenti del Consiglio, abbiamo eletto per quattro volte un nuovo parlamento, undici volte è cambiato il ministro dell’economia».

Tutto questo non ha di certo giovato al Paese: «Una politica di alti e bassi». Ma c’è una sola tendenza di fondo che si è tenuta sempre costante: «La tendenza all’aumento di tutto quello che grava su imprese e cittadini».

Pressione fiscale, costi dell’energia, costo del lavoro. Ecco il perché di quello sfogo iniziale: «Le nostre imprese, vuoi per dimensione, vuoi per carattere di noi imprenditori, appartengono alla categoria del Manifatturiero Creativo» ha ricordato Brugnoli. Imprese capaci di cambiare pelle: «Le nostre fabbriche non sono più quelle di una volta». Ma oggi più che mai hanno bisogno «di regole certe, regole comuni». Le nostre imprese, insieme al nostro Paese, oggi hanno bisogno di riacquistare «autorevolezza: che si acquisisce con comportamenti più virtuosi».

Tutti devono indirizzarsi verso traiettorie più virtuose: quelle traiettorie invocate proprio dal titolo di questa assemblea «traiettorie al plurale – ha sottolineato Brugnoli – includendo così il concetto di una molteplicità di percorsi per raggiungere obiettivi precisi».

Percorsi nei quali gli industriali hanno voluto includere tutti. Lo Stato per primo: «Perché sappia trovare il coraggio di semplificarci la vita e di agevolare il mestiere di fare impresa». Ma anche per il Governo «che ha però il merito di aver voluto uscire dagli schemi di una manovra economica tradizionale che si riproponeva sempre uguale a se stessa».

Tutto questo perché le imprese «hanno la possibilità e anche il dovere di restare protagoniste: le condizioni ci sono tutte». E proprio Varese, ha concluso il presidente degli industriali «può continuare ad essere uno degli esempi più forti della modernità industriale».

Gli imprenditori sono stanchi «di combattere contro i mulini a vento della burocrazia, contro le incertezze dei tempi, i cavilli delle procedure, contro i rischi di una legislazione che somiglia a un labirinto». Ecco perché è tanto importante avere delle traiettorie: per sapere come muoversi e, da protagonisti, ritrovare tutti insieme la via d’uscita.

«In questo modo possiamo continuare a guardare avanti con la spinta di quella fiducia che nasce dalla convinzione che quando sale la marea della crescita tutte le barche possono uscire dalle secche».

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