VARESE Il bilancio comunale è stato approvato, ieri sera, a tempo di record. Peccato che il dazio da pagare sia stato la “fine” della maggioranza.Se Lega e Pdl, perlomeno, sono riusciti a ricompattarsi sul voto finale della manovra finanziaria, si sono però spaccati su emendamenti e ordini del giorno. Sancendo di fatto la fine della maggioranza di Palazzo Estense. Il segnale non poteva essere più chiaro, dopo che gli ordini del giorno sull’efficientamente della macchina comunale e la riduzione della spesa pubblica, proposti uno dal capogruppo del Pdl Ciro Grassia e un altro dall’esponente dell’opposizione Mauro Morello (Udc), sono stati approvati con i voti di un’alleanza trasversale: Pdl, Pd e Udc. E il voto contrario della Lega. Il motivo scatenante è stato quando, durante la discussione sugli emendamenti, il Pdl ha annunciato voto favorevole ad una mozione dei democratici che spostava fondi dalla videosorveglianza (cinquemila euro) alle scuole materne per l’acquisto di attrezzature, andando a colpire l’assessorato alla Sicurezza in mano alla Lega.
La risposta del Carroccio è stata quella di non votare a favore dell’ordine del giorno del Pdl. Sul quale Grassia era intervenuto, all’inizio della trattazione del bilancio, in modo pungente contro la giunta. «La città ha bisogno di nuova spinta, e bisogna smettere di ripetere le stesse cose – ha detto infatti Grassia – il cambiamento passa dagli ordini del giorno che abbiamo presentato come Pdl, sulla spending review e sull’efficientamento della macchina amministrativa». Il discorso di Grassia è stato poi oggetto di una puntualizzazione da parte del Pd. Che ha notato alcune somiglianze con il discorso che, il 21 febbraio, è stato pronunciato dal sindaco del Pd di Cernusco sul Naviglio Eugenio Comincini e che era disponibile online. «Un bel discorso – ha detto il consigliere comunale Andrea Civati – peccato che sia stato copiato nei punti salienti dal medesimo discorso del sindaco del Pd di Cernusco sul Naviglio». «Almeno così ammettono di avere preso spunto da noi» ironizza Mirabelli. Marco Tavazzi
s.bartolini
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