Vuole indietro i suoi 107 cani: la richiesta della donna indagata a Buguggiate
Ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame la donna alla quale, lo scorso 17 giugno, sono stati sequestrati 107 cani all’interno di una villa a Buguggiate, in provincia di Varese. L’indagata, denunciata per maltrattamenti e abbandono di animali, ne chiede ora il dissequestro, sostenendo che per lei quei cani erano “come figli”.
I cani, in larga parte chihuahua, erano stati prelevati dopo un sopralluogo congiunto di carabinieri, ATS Insubria e vigili del fuoco, e da allora sono stati affidati a canili e associazioni animaliste della zona su disposizione della Procura.
Il sopralluogo e il sequestro
Tutto è iniziato con una segnalazione fatta da una collaboratrice della donna, preoccupata per la sua salute dopo alcuni giorni senza notizie. Quando le forze dell’ordine sono entrate nella villa, la proprietaria – inquilina dell’immobile e ancora oggi residente lì – era in buone condizioni. Ma l’interno dell’abitazione ha rivelato una situazione critica: decine di cani rinchiusi in stanze buie, recinti improvvisati, con cibo e acqua insufficienti e ambienti sporchi di escrementi.
Durante l’ispezione veterinaria sono stati contati 107 animali vivi, oltre a tre esemplari trovati morti, probabilmente deceduti durante un ricovero ospedaliero della proprietaria.
La difesa: “Cani accuditi con amore, sequestri irregolari”
Nell’udienza di ieri, il legale della donna, l’avvocato Mattia Crivelli, ha contestato la regolarità dell’intervento e la validità del sequestro, sostenendo che i termini per la convalida da parte del giudice non sarebbero stati rispettati. Ha inoltre sottolineato il legame profondo tra l’indagata e i suoi animali, definiti dalla donna stessa come compagni di vita e oggetto di cure quotidiane, seppur in condizioni precarie.
Il collegio del Tribunale di Varese si è riservato la decisione, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.
Il futuro degli animali
Nel frattempo, i cani sono stati distribuiti tra rifugi e strutture autorizzate, dove vengono curati e monitorati da veterinari. La loro destinazione definitiva dipenderà dall’esito dell’inchiesta: se il sequestro verrà confermato, potranno essere affidati in via definitiva o dati in adozione; se invece il dissequestro sarà accolto, potrebbero tornare alla proprietaria, almeno in parte.
L’intera vicenda ha riacceso il dibattito sul benessere animale, sull’accumulo patologico di esseri viventi (animal hoarding) e sulla necessità di interventi preventivi più tempestivi in casi simili.