Buguggiate, i cani restano sotto sequestro: rigettato il ricorso della proprietaria

Il Tribunale del Riesame conferma il provvedimento: oltre 90 chihuahua sottratti a condizioni di degrado. Quasi tutti già affidati a famiglie tramite l’OIPA.

Buguggiate (VA) – Resta confermato il sequestro dei cani trovati nella villa di Buguggiate lo scorso giugno. Il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso presentato dall’avvocato Mattia Crivelli, difensore della proprietaria degli animali, che aveva chiesto la restituzione degli stessi. La decisione blocca, almeno per il momento, ogni possibilità di rientro degli animali nella disponibilità della donna, indagata per maltrattamento e abbandono.

La vicenda aveva destato scalpore a seguito dell’intervento congiunto di carabinieri, ATS e vigili del fuoco, avvenuto a metà giugno nella villa affittata dalla donna. La segnalazione era partita da una sua collaboratrice preoccupata per la sua salute, non avendo più notizie da giorni. La donna, alla fine, è risultata in buone condizioni, ma le forze dell’ordine si sono trovate di fronte a una situazione ben più grave: quasi cento cani – 93 per la precisione – rinchiusi in ambienti angusti, sporchi, bui e privi di condizioni igieniche adeguate. A questi si aggiungevano tre gatti e altri tre cani trovati morti, probabilmente deceduti durante un periodo di ricovero della proprietaria.

Secondo gli accertamenti, molti degli animali erano tenuti in recinti o stanze senza luce, alcuni senza accesso ad acqua o cibo, mentre i pavimenti risultavano coperti di escrementi. Un quadro drammatico che ha portato le autorità a procedere con il sequestro immediato degli animali.

A distanza di settimane, grazie all’impegno dell’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) e dei carabinieri della Stazione di Azzate, la gran parte dei cani è stata affidata in via temporanea a famiglie che si sono rese disponibili ad accoglierli. Solo una ventina di esemplari si trovano ancora in strutture di accoglienza in attesa di una sistemazione.

La speranza di molti – e delle stesse famiglie affidatarie – è che, al termine del procedimento penale, si proceda alla confisca definitiva degli animali, così da poter avviare il percorso di adozione permanente. Nel frattempo, resta il monito su quanto accaduto: l’importanza di vigilare e intervenire tempestivamente in situazioni di degrado, anche quando avvengono in silenzio, tra le mura domestiche.