Oggi, 13 gennaio 2015, Marco Pantani avrebbe compiuto 45 anni. Tormentato, discusso, amato ed indimenticabile. Questo è stato ed è Marco Pantani, il Pirata. Non un ciclista come tutti gli altri. Non lo è mai stato. Ogni amatore, ogni appassionato ed ogni professionista oggi darà un colpo di pedale in più. Per Marco Pantani. In cima al Sacro Monte, al Campo dei Fiori, sui tornanti del Brinzio e del suo amato Carpegna. Perché Marco Pantani in fin dei conti vive in ciascun ciclista, che pedala per passione, che scala le montagne con fatica per sentirsi il campione di se stesso, che esce la domenica mattina sfidando il freddo per amore della bicicletta. Pantani amava e venerava quelle due ruote, amava il ciclismo ed amava
le montagne. Ha ispirato tante generazioni di giovani ciclisti, che anche solo per un secondo hanno sognato di saltellare sui pedali proprio come lui. Sulla salitella di casa come sull’Alpe d’Huez o Montecampione. Quanti sulle strade di casa si sono strappati la bandana sognando di staccare Tonkov o Indurain. Quanti hanno organizzato trasferte oceaniche e notti in tenda pur di vederlo alzarsi sui pedali sul Mortirolo. Ha illuminato gli occhi dei nostri campioni e dei nostri tifosi varesini. Ha fatto innamorare di questo sport anche l’innocente vecchina del più sperduto paese di montagna. Ha vinto poche corse ma ha vinto nel cuore di tutti. Ha unito e diviso un paese intero e lo fa tuttora. Buon compleanno Pirata, e grazie di tutto. Ancora.