Busto Arsizio, restano in carcere i tre indagati che avrebbero sottratto beni ad anziane malate

Il Gip del tribunale di Busto ha respinto la richiesta di misura cautelare ai domiciliari, motivando con il pericolo di inquinamento delle prove e reiterazione del reato (Foto di archivio)

BUSTO ARSIZIO – Il Gip del tribunale di Busto Arsizio ha respinto la richiesta di concedere gli arresti domiciliari ai tre indagati che sono stati arrestati lo scorso 30 agosto con l’accusa di avere raggirato anziane benestanti, con problemi psichici appropriandosi di beni e denaro per oltre 1 milione di euro. Restano quindi in carcere l’infermiere, l’architetto e il terzo uomo che sono stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di circonvenzione di incapace.

Per il gip Stefano Colombo sussisterebbe il rischio che gli indagati, una volta ai domiciliari potrebbero contattare nuovamente le donne raggirate, due delle quali, tra l’altro, non hanno ad oggi sporto denuncia contro i tre uomini. La vicenda, infatti, è emersa sulla segnalazione di operazioni sospette sui conti di due delle donne raggirate, fatta da una banca alla Guardia di finanza di Varese. E’ così emerso, dalle indagini, che le titolari dei conti erano state indotte a sottoscrivere atti che permettevano agli indagati l’accesso e la disponibilità dei loro beni. Per la difesa dei tre indagati si è sempre trattato di donazioni spontanee, alle quali le donne non sono mai state indotte o costrette, tanto che non hanno presentato denunce.