BUSTO ARSIZIO Undici persone, tutte residenti a Busto Arsizio e nelle zone limitrofe, sono state denunciate dai carabinieri con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al compimento di furti, truffe e ricettazione di refurtiva.
Le persone denunciate dagli uomini dell’arma sono ritenute responsabili di numersi furti in abitazione o negozi commessi tra i mesi di luglio e dicembre tra Busto Arsizio, Gallarate e le province di Parma, Mantova e Reggio Emilia.
L’attività di indagine dei carabinieri aveva già portato all’arresto di due italiani e due pachistani a Gustalla, in provincia di Reggio Emilia, per un tentativo di furto in un esercizio commerciale.
A metà dicembre, poi, altro arresto di tre persone per furto in un esercizio di telefonia a Cassano Magnago.
La banda era specializzata nel razziare qualsiasi tipo di merce, da denaro ad automobili, articoli alimentari e schede telefoniche senza disdegnare il cosiddetto furto sacrilego, ovvero in chiesa. È stato infatti asportato un calice dall’interno di una chiesa della zona, recuperato in seguito a una perquisizione.
La banda inoltre era dedita a truffe a mezzo internet tanto che sono state individuate circa 70 truffe commesse a danno di altrettanti cittadini in ogni località del Bel Paese.
Al termine dell’indagine sono state eseguite perquisizioni che hanno portato al recupero di una buona quantità del materiale asportato che verrà al più presto restituito ai legittimi proprietari.
I furti sono avvenuti a danno di alcuni supermercati, bar e abitazioni di Busto Arsizio. A Cassano Magnago in una stazione di servizio, un bar paninoteca e persino in una chiesa. E, ancora, nel mirino un ristorante a Parma, un negozio etnico a Suzzara (Mantova), un bar di Guastalla (Reggio Emilia) e un call center a Parma.
Il materiale una volta asportato veniva stoccato nell’abitazione di uno dei componenti la banda, a Cassano Magnago, dove è stato scoperto e sequestrato dai carabinieri. Sequestrati anche materiale per un valore di circa 15 mila euro in bigiotteria varia, circa 350 schede telefoniche wind, vodafone e h3g, alimenti vari, telefonini e televisori vari. Sono in corso ulteriori indagini per verificare la provenienza di altra merce sequestrata.
s.bartolini
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