Sala conferenze gremita al Museo del Tessile per il dibattito con i cinque candidati sindaco di Busto Arsizio organizzato da “La Provincia di Varese”. L’incontro – moderato dal nostro – ha suscitato notevole interesse, tanto che diverse persone non sono riuscite a sedersi e sono rimaste in piedi fino alla fine.
“Come sarà la Busto del domani”: questo il tema scelto per il dibattito, che ha visto sul palco i cinque candidati alla poltrona di successore di a Palazzo Gilardoni. (sostenuto da Forza Italia, Lega Nord, Indipendenti di Centro, Fratelli d’Italia-An, Busto Grande, Antonelli per Busto Arsizio), (Pd, Verdi, Busto al Centro-Castiglioni Sindaco, Cittadini per Busto), (Movimento 5 Stelle), (Busto a Sinistra) e (Movimento per Busto) sono stati sollecitati su cinque domande che riguardano argomenti di interesse per il futuro di Busto.
Cominciando dalla “parola chiave” scelta da ogni singolo candidato per la Busto dei prossimi cinque anni: «Mi piace pensare a Busto Arsizio come “città dei bambini” – la risposta di Gianluca Castiglioni – perché in una città a misura di bambino può vivere bene qualsiasi altra categoria di cittadini». Per Emanuele Antonelli, la parola chiave è «il lavoro: il miglior investimento che un’amministrazione possa fare. Creando nuove start up, incentivando l’apertura di nuove attività, invitando il Distretto del Commercio ad agire anche nelle periferie». Il candidato di Bas, Alberto Rossi, sceglie il motto “Cambiare aria”, inteso in senso letterale (attraverso nuove politiche ambientali ed energetiche) e metaforico (come metodo politico che metta al centro la trasparenza). E mentre il pentastellato Genoni punta su «coerenza, trasparenza e servizio alla cittadinanza», Andrea Brasca sceglie come parola chiave «partecipazione, intesa come confronto continuo con i cittadini, nel rispetto dei nostri princìpi di uguaglianza, rifiuto dell’omofobia e accoglienza nel rispetto delle regole».
Riguardo ai temi contenuti nel percorso “Primarie delle idee” (una serie di proposte per la Busto del futuro), Antonelli – pur ritenendoli “tutti importanti” – si è soffermato sulla “sostenibilità ambientale”, proponendo una riqualificazione energetica della città e il potenziamento della rete di teleriscaldamento: su quest’ultimo punto è netto il disaccordo con il candidato grillino Genoni. I due si sono ripromessi di affrontare approfonditamente il tema in un prossimo dibattito. Per Castiglioni «se è vero che c’è un tesoretto a disposizione dell’amministrazione, andrebbe impiegato per dare maggior dignità alla nostra città, migliorando strade, illuminazione, barriere architettoniche». Riguardo al “tesoretto”, Antonelli ha precisato che si tratta semplicemente della possibilità di indebitarsi da parte del Comune, non di una somma già disponibile. Terzo tema: il welfare. Castiglioni ha ribadito la necessità di una
sinergia pubblico/privato, mentre Genoni ipotizza (qualora ce ne fosse la possibilità) l’introduzione di un reddito di cittadinanza, e Antonelli auspica il potenziamento del servizio affido, visto l’aumento dei casi di bambini abbandonati. Il dibattito si è ulteriormente vivacizzato su un tema sentito come quello della sicurezza. Per Rossi di Bas «la Lega dovrebbe smetterla di fare propaganda terroristica» (provocando i mugugni dei leghisti in sala); Brasca propone di «aumentare la presenza della polizia municipale», mentre Antonelli sottolinea la necessità di «aumentare la presenza di telecamere, favorire un patto integrato tra le forze dell’ordine, elaborare una politica di vicinato, che faciliterebbe le segnalazioni alle forze dell’ordine». Per Castiglioni «su questo tema bisogna coinvolgere i cittadini. E anche per me è sarebbe utile coordinare le varie forze dell’ordine e favorire un controllo di vicinato».
Infine i candidati si sono misurati su “cultura d’impresa, sport e cultura”. Tutti d’accordo sul fatto che la cultura possa (o debba) avere anche un ritorno economico. L’ex arbitro Brasca ha parlato anche della Pro Patria: «Patrizia Testa, in un colloquio, mi ha detto che l’amministrazione comunale aveva promesso 100 mila euro. Promessa non mantenuta. La Pro Patria va aiutata».