BUSTO ARSIZIO In città ha destato profondo rammarico la decisione del proprietario Gianni Buzzi di cessare la vendita dei dischi (mentre continua, in piazza Santa Maria 2, l’attività nel commercio di hi-fi, installazione audio- video e assistenza). Una scelta obbligata, resa inevitabile dal crollo del mercato discografico. «Dispiace tantissimo che un negozio storico come Buzzi chiuda i battenti – si rammarica Bruno Ceccuzzi, commerciante e consigliere dell’Ascom – La chiusura di un negozio come “Buzzi”, peraltro situato in una strada centrale e strategica come via Cavour,
provoca molto dispiacere».
Sono legati a “Buzzi” anche molti ricordi musicali del professor Alberto Brambilla, scrittore e docente universitario. «Nella mia memoria ci sono i 45 giri di Lucio Battisti, sottofondo dei miei Anni ’60 e ’70 – racconta Brambilla – Ricordo i momenti in cui si acquistava un disco, se ne scopriva la copertina… Poi, una volta a casa, si metteva nel mangiadischi il 45 giri dai solchi ancora intatti. Di solito in compagnia». Era un altro mondo: «Si ascoltava la Hit Parade di Lelio Luttazzi e le canzoni che passavano alla radio – prosegue Brambilla – Da lì arrivavano gli spunti per andare a comprarsi un disco?».
Ma “Buzzi” mancherà anche, e non poco, a tutti quei giovani bustocchi che continuavano ad acquistare i cd in negozio, anche nell’epoca di iTunes, E-mule e My Space: «E’ una brutta notizia per tutti quelli che amano davvero la musica – dice Riccardo Toia, ventenne – La scomparsa di questi negozi a lungo andare sarà un grave danno, perché la gente non potrà più contare sui consigli di persone esperte e competenti». L’amica Debora concorda: «E’ una cosa triste. D’altra parte credo che la colpa di questa situazione sia delle case discografiche, che hanno continuato a far pagare un cd 20 euro o più, pur sapendo che oggi è possibile ascoltare le stesse canzoni gratis».
Francesco Inguscio
m.lualdi
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