Busto, detenuto tenta di evadere durante visita in ospedale. Bloccato, minaccia gli agenti

Protagonista un marocchino di 33 anni. La denuncia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe): ""Non possiamo andare avanti così, ove oltre al danno subiamo anche la beffa"

BUSTO ARSIZIO – Questa mattina, nell’ospedale di Busto Arsizio, un detenuto del carcere stava per essere sottoposto ad una visita programmata ha tentato di evadere. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. Ricostruisce i fatti Alfonso Greco, segretario SAPPE per la Lombardia: “Questa mattina, mentre si trovava all’ospedale per essere sottoposto a visita programmata, un detenuto di origine marocchina di 33 anni, ristretto presso la Casa circondariale di Busto Arsizio, ha cercato di evadere.

Nel tentativo, ha scaraventato a terra uno dei tre poliziotti di scorta, rimasto ferito con prognosi da verificare. Bloccato dagli altri due colleghi, ha minacciato gli stessi di ritorsioni una volta uscito dal carcere per avergli impedito la fuga. Rientrato in istituto sbeffeggiava il personale per ciò che aveva compiuto”. “Non possiamo andare avanti così, ove oltre al danno subiamo anche la beffa – aggiunge -. Il Sappe auspica quanto prima una celere soluzione a questi eventi, oramai divenuti meramente statistica”. “Non ci sono più parole per descrivere le gravi condizioni di disagio lavorativo in cui versa la Polizia Penitenziaria – denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe -. Le quotidiane grida d’allarme del Sappe continuano a rimanere incredibilmente inascoltate dai preposti vertici istituzionali: solo proclami e belle parole, ma, di concreto, il nulla. Queste sono violenze annunciate.

È scandaloso che nel 2023 vi siano ancora persone indegne che usano la violenza per cercare di sovvertire il sistema istituzionale all’interno dei penitenziari mirato alla risocializzazione del detenuto, ma in rispetto delle regole. Fortunatamente in carcere ci sono anche persone che si dissociano da questi atteggiamenti violenti e cercano nello studio e nel rispetto reciproco la loro ragione di vita”. “Servono risposte ferme da parte del DAP, anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione. Quel che è accaduto a Busto Arsizio testimonia una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti dei penitenziari e l’ingovernabilità delle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenza, che anche in carcere continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità – prosegue Capece.

E’ fondamentale dare corso a riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale, a cominciare dall’espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli – e sono sempre di più – che, ristretti in carceri italiani, si rendono protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione”, conclude il leader nazionale del SAPPE che non risparmia critiche al Capo del DAP Giovanni Russo: “a lui, da mesi, stiamo chiedendo – senza avere alcun riscontro! – di intervenire con urgenza sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza”.