BUSTO ARSIZIO Ibici, è davvero finita. Si avvicina ormai al “the end” l’epopea della mitica Industria Bustese Calze che per oltre mezzo secolo ha accompagnato con i suoi successi la storia della città e della sua industria tessile. Un pezzo di storia è già crollata sotto i colpi delle ruspe: si tratta dell’ex sede principale dell’Ibici in largo Ticino 3, il capannone che ha segnato gli anni d’oro dell’azienda di calze. Il secondo verrà chiuso definitivamente il 31 luglio, quando scadrà il contratto d’affitto alla Texnova del ramo d’azienda ex Ibici, ormai in capo alla fallita Intimfashion di Cotignola (Ravenna): significa che le 19 lavoratrici che per 8 mesi hanno continuato a confezionare e produrre nel capannone di via Baden Powell in zona industriale torneranno in cassa integrazione nei ranghi Intimfashion. Insomma, è la fine su tutti i fronti. «Rammarico? Ce n’è eccome – ammette Roger
Zanesco, oggi in pensione, per tanti anni dirigente Ibici – chi ha acquisito i clienti ex Ibici oggi lavora ancora molto bene, nonostante la crisi. Significa che anche l’Ibici poteva avere un grande futuro davanti a sé». Le cose però, per tanti fattori, sono andate diversamente, e così Busto dovrà dire addio per sempre a quel marchio che, insieme a tanti altri campioni del tessile, l’ha fatta grande in giro per il mondo. In largo Ticino 3, indirizzo storico dell’Ibici, è rimasto in piedi soltanto la recinzione esterna. A Sacconago in questi giorni si concluderanno le ultime fasi lavorative poi entro i primi di agosto confidiamo di poter perfezionare gli accordi per l’estensione anche a queste 19 persone della cassa integrazione straordinaria (già in vigore per gli altri 40 dipendenti ex Ibici, ndr)». E dal primo agosto, Ibici passa per sempre alla storia. Andrea Aliverti
m.lualdi
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