Busto, il caso superstipendi finisce davanti al giudice

BUSTO ARSIZIO Caso Corte dei Conti, il giudice del lavoro prende tempo per valutare le istanze. Dipendenti sulle spine ancora fino all’autunno.
Si è svolta ieri al tribunale di Busto Arsizio la prima udienza relativa alle vertenze promosse dai dipendenti comunali di Palazzo Gilardoni, in tutto più di duecento (tra quelli ancora in attività e quelli già in pensione), che si sono opposti alle richieste di restituzione dei compensi percepiti indebitamente negli anni tra il ’99 e il 2004 per via delle progressioni di carriera, giudicate illegittime in seguito alle ispezioni della Ragioneria generale dello Stato.

Ci si aspettava un’udienza tecnica e interlocutoria, e così è stato. Il giudice del lavoro si è riservato di valutare le numerose istanze pervenute, dopo aver attestato l’assenza di una conciliazione tra le parti: solo tra settembre e ottobre stabilirà se procedere con il dibattimento. La vicenda del resto è molto delicata.

Dopo la lunga fase di ricostruzione dei fatti, operata con il fiato della Corte dei Conti sul collo dalla task force di esperti messa in piedi dall’ex segretario generale Giacomo Rossi, il Comune aveva, da un lato, chiesto ai dirigenti coinvolti di restituire le indennità illegittimamente ricevute (che avevano contribuito a far definire la vicenda come il “caso dei superstipendi”), ma si era rivolto, dall’altro, anche ai dipendenti per la restituzione delle somme, che corrispondevano agli aumenti di stipendio legati alle progressioni, nel frattempo regolarizzate con i concorsi.

Importi da poche centinaia a qualche migliaio di euro, comunque non indifferenti se comparati con gli stipendi medi dei dipendenti comunali.

All’arrivo delle lettere del Comune, con le richieste di restituzione, alcuni dipendenti ed ex dipendenti avevano deciso di chiudere i conti con il passato pagando il dovuto, ma la maggior parte delle persone coinvolte si era rivolta ai legali delle organizzazioni sindacali per impugnare le restituzioni, cercando di far passare la linea secondo cui i dipendenti non avevano responsabilità sugli errori commessi dai dirigenti. Ora deciderà il giudice del lavoro.

Andrea Aliverti

s.affolti

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